La pasta più povera della tradizione napoletana: spendi 50 centesimi a porzione | La vorrai tutti i giorni
Spesso è la semplicità il vero segreto per cucinare una pasta con i fiocchi. Non sempre servono grandi capitali per mangiare bene.
La pasta rappresenta per i napoletani molto più di un semplice alimento: è un simbolo identitario e culturale che affonda le radici nella storia della città. Napoli è stata infatti una delle prime capitali europee a rendere la pasta un piatto popolare, grazie alla produzione artigianale che, tra Ottocento e Novecento, rese celebre la città nel mondo. Da allora, la pasta è diventata parte integrante della vita quotidiana e delle tradizioni familiari.
Per i napoletani la pasta è convivialità, occasione per riunire parenti e amici attorno alla tavola. Ogni formato porta con sé ricette tramandate di generazione in generazione: dagli spaghetti con il pomodoro, simbolo della semplicità mediterranea, alla pasta con le vongole, icona delle feste. Ogni piatto diventa espressione di creatività e legame con il territorio, valorizzando i prodotti tipici come olio, pomodori e basilico.
La pasta ha anche un ruolo sociale, capace di unire classi diverse. A Napoli, che fosse un pranzo domenicale o un piatto veloce cucinato in strada, la pasta ha sempre rappresentato il cibo “democratico” per eccellenza: accessibile, nutriente e amato da tutti. È un piatto che racconta la storia della città, fatta di contrasti ma anche di straordinaria capacità di reinventarsi.
L’importanza della pasta per i napoletani si riflette nella sua dimensione simbolica: è il piatto che accompagna i momenti di festa, che consola nelle difficoltà e che rappresenta l’orgoglio gastronomico di un popolo. Non a caso, a Napoli, si dice che un buon piatto di pasta non tradisce mai.
La preparazione della pasta
Per cucinare gli spaghetti del poverello si inizia portando a bollore abbondante acqua in una casseruola capiente. Una volta raggiunta l’ebollizione, si calano gli spaghetti e si lascia cuocere la pasta. Nel frattempo, si prepara il condimento: in una padella si scaldano due o tre cucchiai di olio extravergine d’oliva insieme a uno spicchio d’aglio schiacciato, lasciato in camicia per profumare. Quando l’olio ha assorbito l’aroma, l’aglio va eliminato.
Parallelamente, si scalda una seconda padella antiaderente, ungendola appena e asciugandola con carta assorbente per togliere l’olio in eccesso. Al centro della padella si sistema un coppa pasta, dentro cui si rompe un uovo, insaporendolo con un pizzico di sale e pepe. L’uovo viene cotto fino a rassodarsi, poi tolto dal coppa pasta e trasferito su un piatto. La stessa procedura va ripetuta per ogni porzione.

L’impiattamento
Una volta cotti al dente, gli spaghetti vanno scolati direttamente nella padella con l’olio aromatizzato e lasciati insaporire per qualche minuto. Questo passaggio consente di legare perfettamente pasta e condimento.
Per servire, si può scegliere tra due varianti: posizionare l’uovo cotto sul fondo del piatto e adagiarvi sopra la pasta, completando con una spolverata di pepe nero; oppure invertire l’ordine, ponendo prima gli spaghetti e coronandoli con l’uovo. In entrambi i casi, il risultato sarà un piatto semplice, gustoso e ricco di tradizione popolare.
