Lorenzo Maione risponde ad Allegri e Mazzoleni. Quegli insulti razzisti a Koulibaly in un paese con la “p” minuscola.
- Scrittore napoletano, Lorenzo Marone ha esordito con “La tentazione di essere felici”: sedici edizioni, tradotto in quindici Paesi.
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Maione risponde ad Allegri e Mazzoleni dopo quanto accaduto con gli insulti razzisti a Koulibakly. Lo scrittore napoletano affida al quotidiano la Repubblica il suo messaggio carico di napoletanità che in breve tempo diventa virale:
Napoli non è razzista
Che Napoli non sia razzista, si sapeva prima di vedere migliaia di maschere con il volto triste del gigante nero offeso a Milano. Che Koulibaly sia ormai il gentiluomo del campionato per cultura e sentimenti, si è capito osservando il suo stile: era la sua serata, ma si è sottratto a retorica e passerelle, i 40mila tutti per lui e con lui, ma Koulibaly ha cercato un cono d’ombra. Il trionfo della dignità.
Buuh a Koulibaly
I “buuh” a Koulibaly in Inter-Napoli mi hanno fatto innervosire non poco, perché mi costringono ancora una volta a soffermarmi su un problema del quale ho già parlato, e perché sono l’ennesima riprova di quanto questo paese (con la p minuscola) sia ignorante e privo di dignità, di quanto sia frustrante scoprirlo ogni giorno un po’ più razzista, omofobo, sessista, classista.
I versi scimmieschi di buona parte di San Siro nei confronti del giocatore del Napoli, in realtà, mi hanno fatto proprio incazzare (scusate il termine, ma davvero non riesco a trovare una parola migliore), perché mi rendono sempre più antipatica questa nazione, me la rendono ancora più distante.
Koulibaly
Che c’entra con Koulibaly, direte voi. C’entra, perché gli stupidi e gli ignoranti sono ovunque, anche nei paesi anglosassoni. Lì, dove c’è un forte senso dello stato, si interviene per mettere le cose a posto, per ribadire che i concetti intoccabili sono intoccabili, punto.
In Italia questo non avviene, si sputa ogni giorno sulla Costituzione, si chiudono i porti e le frontiere e nessuno alza la voce, si calpestano i diritti civili e non si scende in piazza, si continua a offendere la dignità di un uomo di colore (e di milioni di spettatori davanti alla tv) senza che accada nulla.
Maione risponde ad Allegri e Mazzoleni
L’arbitro Mazzoleni è solo un figlio di questa terra priva di cultura identitaria, uno che non si è preso la responsabilità di sospendere un atto incivile nonostante il Napoli avesse chiesto per tre volte di fermare la gara (e se anche non avesse avuto tale potere, come sostiene a torto, avrebbe comunque potuto interrompere il match per un po’, come gesto simbolico).
Anche Allegri è un figlio di questa terra, uno che parla del valore educativo dello sport per i bambini dimenticando che la sua società espone scudetti che non ha vinto, in barba a qualunque regola.
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Fiero di essere napoletano
Ecco perché quei “buuh” mi fanno arrabbiare, perché mi sento ancora una volta fiero di essere figlio in primis di un popolo (quello napoletano) che non conosce il razzismo.
Io non sono Koulibaly, io sono come Koulibaly, sono un senegalese napoletano figlio del sud del mondo, che una cultura identitaria, ed è quella che non ci fa urlare “buuh” allo stadio a un uomo di colore, quella che ci spinge a tendere la mano allo straniero e lasciare un caffè in sospeso per chi ne ha bisogno, quella che ci fa sentire orgogliosi di non essere come loro, i tanti che dovrebbero indignarsi e tentare di fermare le cose, anche con un semplice fischietto, e non lo fanno.