L’Italia si è ribellata: DAZN finisce in Tribunale | Gli tolgono subito la Serie A
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Scoppia il caso Dazn e tutto potrebbe finire in tribunale.
L’arrivo di DAZN ha rivoluzionato il modo di guardare il calcio in Italia. Fino a pochi anni fa, l’esperienza sportiva era legata alla televisione tradizionale, ai canali satellitari e agli abbonamenti classici. Con la piattaforma di streaming, invece, si è aperta una nuova era digitale che ha portato il pallone direttamente su smartphone, tablet e smart TV, rendendo le partite accessibili ovunque e in qualsiasi momento.
Il cambiamento, però, non è stato indolore. Le prime stagioni di DAZN sono state segnate da problemi tecnici, connessioni instabili e proteste da parte degli utenti, abituati alla qualità televisiva. La transizione allo streaming ha evidenziato le differenze infrastrutturali del Paese, dove la rete internet non è uniforme e le prestazioni variano molto da zona a zona. Nonostante ciò, l’azienda ha investito in tecnologia e migliorato la qualità del servizio.
Con il passare degli anni, DAZN è diventata un punto di riferimento per la Serie A e per molti altri eventi sportivi. Ha introdotto nuove modalità di fruizione, approfondimenti, telecronache personalizzate e contenuti esclusivi, avvicinando il pubblico più giovane e digitalizzato al mondo del calcio.
Oggi DAZN non è più soltanto una piattaforma, ma un simbolo della trasformazione mediatica dello sport italiano. Ha imposto un modello di consumo basato sulla flessibilità e sull’on-demand, segnando un passaggio epocale: dal calcio da salotto al calcio in streaming, sempre a portata di clic.
Il caso DAZN e la lettera ai “pezzottari”
Sta facendo molto discutere la lettera inviata da DAZN a circa duemila persone che avrebbero utilizzato il “pezzotto” per vedere contenuti sportivi senza abbonamento. Nella comunicazione, la piattaforma chiede un risarcimento di 500 euro come “indennizzo forfettario”, minacciando azioni legali in caso di mancato pagamento entro sette giorni. Una mossa che ha generato polemiche e dubbi sulla legittimità dell’iniziativa, con molti utenti che si chiedono se l’emittente possa davvero procedere in questo modo.
Secondo l’avvocato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, la richiesta non ha alcun valore giuridico: “Un privato non può obbligare a pagare senza una causa. Serve un giudice che accerti il danno e ne stabilisca l’importo”. L’esperto ha definito “assurda” la decisione di DAZN, spiegando che il presunto mancato guadagno non può essere dimostrato e che la cifra di 500 euro per tutti è priva di fondamento legale.

Conseguenze enormi per i trasgressori: tolta a loro la Serie A “pezzotta”
Quel che è invece certo è che DAZN continuerà a “togliere” la possibilità di vedere illegalmente la Serie A a coloro i quali procederanno per vie illegali quali “pezzotti” e similari.
E magari, perchè no, portarli in tribunale (in casi estremi) per dimostrare il torto fatto all’azienda televisiva più amata dagli appassionati.
