Oggi l’ambiente Juve mi dà l’impressione del bulletto che, da ‘padrone’ del Super Santos, decide chi, dove, come e quando si deve giocare, e se qualcuno si azzarda a mettere il bastone tra le ruote, si prende la palla e se ne ritorna a casa. Una Juve versione piagnisteo non la conoscevamo nemmeno un pò. Sempre abituati a padroneggiare in campo e negli appositi uffici, in maniera incontrastata, frutto del potere e della forza tecnica (va detto per onestà intellettuale). E non è mica detto che quest’anno restino a guardare. Della Juve, per mille motivi, non mi fido mai. In passato, anche quello recente, abbiamo visto tutto e il contrario di tutto (e non solo noi napoletani, chiedere ai milanisti e a Massimiliano Allegri, che all’epoca del ‘mariulizio’ del San Siro, vestiva i panni della parte lesa).
Oggi la classifica cosa dice? Oggi la classifica dice che la Juve è seconda alle spalle del Napoli di due punti (non va proprio giù questo ‘fenomeno paranormale’). Ma oggi siamo appena alla settima di campionato, pertanto la classifica dice meno di niente. Certo fa piacere questa cosa (e non solo ai nostri occhi) però loro ci vogliono togliere pure lo sfizio momentaneo. Niente. Mai una gioia, come ultimamente siamo abituati a sentire. Loro sono i padroni, e gli altri devono restare a sempre a guardare. Ma passiamo agli effetti mestruali dell’ambiente bianconero… Allegri è una lagna. L’ultima volta che lo si è visto in queste condizioni era nel post partita di Milan-Juve il 25 Febbraio del 2012, quando da allenatore del Milan, al suo Muntari gli fu negato la gioia del gol con un pallone che aveva superato la linea di porta di un metro circa, e quello che oggi è il suo condottiero ed esempio italiano di sportività ammise pubblicamente che non si era accorto di nulla e poi, se pure avesse visto qualcosa se lo sarebbe comunque negato. Viva la sincerità, abbasso la sportività. Gianluigi Buffon si mostrò sincero e coraggioso, ma no sportivo. Vabbè, il resto è storia… E’ storia anche quella dove Allegri mise in discussione la lealtà del calcio italiano. Oggi il tecnico toscano si lamenta del Var e risponde stizzito quando qualcuno gli ricorda che il suo collega napoletano fa il calcio più bello d’Italia e tra i primi in campo europeo. Questa cosa che lui vince e nessuno se lo fila (Tuttosport e l’esercito di Sky a parte) proprio non gli va giù.
Senza tenere in considerazione le parole di Massimo Mauro sul Var, perchè non sono farina del suo sacco, ma semplicemente un copione che deve eseguire e poi perchè, in fin dei conti, valgono come il due a briscola. Passiamo ad altro:
“Il Napoli perderà all’Olimpico e Domenica sera rivedrete la Juve in testa”
questo il pronostico di Luciano Moggi. Un tempo era molto bravo a farli, d’altra parte si trovava nel suo campo, mentre chiudeva Paparesta nel suo sgabuzzino. Poi arriva Bettega:
“Anche l’Inter è superiore al Napoli.”
Stiamo parlando di due personaggi che col calcio non dovrebbero nemmeno proferir parola, per quanto l’hanno pilotato e infangato, ma tant’è… E infine Pavel Nedved:
“Napoli più spettacolare? Semplicemente apparenza. Nel calcio mica la bellezza è una triangolazione? Io mi diverto con Dybala, Douglas Costa e Bernardeschi. Scudetto? Lo vinceranno anche le altre, ma il più tardi possibile.”
Queste più o meno le esternazioni juventine di questo inizio stagione. Una Juve nervosa, poco serena, che inizia a giocare con le parole. Una Juve che non accetta il Var, e lo ha fatto sapere attraverso l’esercito di giornalisti di cui dispone, attraverso il suo portavoce di sportività nel mondo, e attraverso il suo allenatore. Una Juve che sa di poter avere solo più difficoltà del solito rispetto al passato, perchè forse la tecnologia gli renderà la vita meno facile. Una Juve che… Non aggiungo altro. Basta chiamarla per il suo nome, per capire di cosa stiamo parlando.