Il Napoli ha stupito l’Europa. Gli azzurri allargano la visione come un film di Sergio Leone. Esprimono un calcio superiore.
Di : Marco Ciriello il Mattino
Il Napoli ha stupito l’Europa
Il Napoli ha stupito l’Europa il resto, tutto il resto che sta dietro quel punto che separa il Napoli dalla Roma è bellezza, grande gioco, geometria orizzontale e in movimento, cristalli e cristalli di prezioso calcio che hanno stupito in Italia e all’estero.
Un film di Sergio Leone
L’hanno detto in tanti, da Pep Guardiola in giù, il Napoli col Tottenham (un tocco sotto) gioca un calcio che affascina, che porta stupore, che allarga visione come un film di Sergio Leone, che riscrive tempi e passaggi, e che ravviva tutto il pallone, è la modernizzazione possibile che presto troverà titoli e trofei, e che ora ride davanti a quel punto.
Bisogna avere un atteggiamento interpretativo, guardare alle partite, all’espressività figlia di una visione lontana dalla maggior parte delle squadre, l’unicità è fuori dalla classifica, con buona pace di chi vuole tutto e subito.
Apocalypse Now: un punto di distanza che serve
Quel punto di distanza dalla Roma serve a sedimentare le esperienze, gli atteggiamenti, le preferenze, e le inclinazioni, è un trampolino: a saperlo guardare. È l’evolversi in continuità di questi anni, con dentro tutte le invenzioni che hanno portato ai gol, tutti i passaggi contati col fiato sospeso che hanno fatto salire la squadra e l’hanno fatta scendere al ritmo della cavalcata delle Valchirie come gli elicotteri di “Apocalypse Now” – e pazienza per chi non ha sentito Wagner–verso le aree di rigore degli avversari. È l’impertinenza di alcuni centimetri di un tiro, di un cross, di una mano di portiere odi una coscia di difensore, ò l’impotenza verso il fato, ma è anche la certezza del movimento in avanti.
UN CALCIO SUPERIORE
Un bilancio positivo, anche se l’arroganza di quel punto lo sovrasta,fa scivolare tutto in secondo piano, invece bisogna sfocare quel punto, togliergli la tonalità più marcata, e ridere del resto. Non è il limite, ma solo uno steccato da scavalcare, con un atteggiamento tacitamente elitario, tipico di chi ormai giocando esprime un calcio superiore.