Ecco come il Napoli ha perso lo scudetto. Una mano invisibile è tornata a spingere alle spalle la Vecchia Signora, che ha messo insieme 6 punti immeritatamente. Quelle parole di Moggi che nessuno ha considerato…Il campionato è stato assegnato fuori dal campo.
LE PAROLE DI MOGGI
Lo scrittore e giornalista Angelo Forgione, ha pubblicato la sua analisi sul campionato azzurro: Domenica 22 aprile: Juventus-Napoli 0-1. L’inerzia è tutta a favore dei partenopei, nonostante il punto di svantaggio, e il mondo juventino è in ambasce. Il radiato Luciano Moggi, ospite il giorno seguente a “Il Processo di Biscardi”, alla domanda “chi la spunterà”, si esprime così: «La vedo dura», senza specificare per chi. Big Luciano, ovviamente, travolto dal vento a favore del Napoli, la vede dura per la sua Juve, i cui tifosi si mobiliteranno per chiedere impegno, perché il settimo scudetto, a detta loro, è “il più importante”. Da quel momento una mano invisibile è tornata a spingere alle spalle la Vecchia Signora, che ha messo insieme 6 punti immeritatamente.
IL NAPOLI HA PERSO LO SCUDETTO
Dopo le ore 23 di sabato 28 aprile, il Napoli si è fermato su se stesso e ha lasciato per strada 5 punti meritatamente. 6 punti di distacco sono sufficienti a legittimare lo scudetto bianconero e le accuse di vittimismo napoletano? Ma per nulla proprio! Non fatevi ingannare, perché le motivazioni sono il motore della vita, spinta ad agire. Sono tutto nel calcio quando le gambe non vanno più. Dopo lo scontro diretto iniziava un mini-campionato in quattro turni tra due squadre cotte “al dente” e in riserva di energie. Per vincerlo, la Juventus la sua spinta, esterna, l’ha guadagnata, mentre il Napoli, spontanea, l’ha persa.
BOTTA PSICOLOGICA
Eppure, gli azzurri, le motivazioni, le avevano moltiplicate dopo la testata di Koulibaly a Torino, ed erano tutte nell’euforia esplosa negli spogliatoi dello Stadium. Un popolo intero a spingerli per sei giorni, fino al secondo gol dell’Inter in dieci uomini contro i bianconeri. Poi il finale spezza-entusiasmi, di quelli che richiamano all’amara realtà, e il volo in alta quota è finito con uno schianto traumatico in picchiata.
Hamsik, dopo il pareggio col Toro, ha messo insieme il tutto: «la botta psicologica [Inter-Juve] è stata tosta, ma dobbiamo migliorare sotto questo aspetto. La Juve ha una squadra e una società più forti ma sul campo abbiamo meritato noi».
CAMPIONATO ASSEGNATO FUORI DAL CAMPO
Come dire che il campionato è stato assegnato fuori dal campo. Come dire che il Napoli non ha saputo reggere all’amara e consolidata realtà storica di un club sospinto nel momento del bisogno, e non solo nel finale. Era già successo a Marzo, quando la Juve, con una svista arbitrale e senza mai tirare in porta, sbancò all’ultimo respiro il campo della Lazio, tramortendo le speranze di allungo del Napoli, immediatamente perdente contro la Roma. Quel dannato sabato i bianconeri completarono il sorpasso colmando il distacco e concretizzando le ingiustizie di Cagliari, Firenze e, perché no, anche Verona clivense.
FICTION BIANCONERA
La trappola era già scattata puntuale, e sarebbe scattata di nuovo, puntualissima, al ritorno a meno 1 della banda Sarri. Napoli per nulla resiliente e improvvisamente sordo all’invito a non mollare, ma non si può fargliene un colpa.
E così, quello che poteva essere apoteosi si è rivelato solo un sogno a occhi aperti, conclusosi con l’amaro in bocca e un senso nauseabondo per l’ennesima sofisticazione che probabilmente chiude senza allori un ciclo stratosferico firmato da chi va applaudito in piedi per aver costretto la regia della vittoria a ogni costo a oscurare lo spettacolo e a mettere in scena la solita pessima fiction in bianco e nero.
La Gazzetta: Sarri tra presente e futuro, diversità di vedute con ADL