Napoli, Allan come Alemao, chiamatelo Allanmao, il brasiliano che fa sognare la città. Come Alemao nello scudetto del ’90, la mezzala è l’anima della squadra di Sarri e i tifosi lo adorano. Il parallelismo tra Allan e Alemao e quella curiosità sui chinelo.
NAPOLI. Il paragone della Gazzetta tra i due brasiliani Allan e Alemao. Allan Marques Loureiro, mezzala, è l’anima della squadra di Sarri e i tifosi del Napoli lo adorano.
Chiamatelo Allanmao
Chi lo chiama «AllAnmao» non ha tutti i torti. Pochi mediani, dai tempi appunto di Ricardo Alemao,sono stati in grado di fare reparto da soli in maglia azzurra come Allan Marques Loureiro, il tuttocampista del Napoli di Sarri. Proprio per questa capacità del brasiliano di «scalare», pressare, difendere e ripartire, il tecnico toscano stravede per lui. Non a caso, Allan è l’unico acquisto dell’era Sarri diventato titolare inamovibile, insieme ad Hysaj che però l’attuale allenatore del Napoli aveva già svezzato ad Empoli.
Parallelismo tra Allan e Alemao
Più che di paragone con Alemao, però, sarebbe il caso di parlare di parallelismo perché Allan, come il suo illustre predecessore, in Brasile ha giocato con una sola squadra, nel suo caso il Vasco da Gama, prima di approdare in Europa e questo per adesso gli ha in qualche modo «impedito» di entrare nel giro della Seleçao. Un obiettivo che ora Allan persegue con convinzione, al pari ovviamente dello scudetto che sogna come tutta Napoli.
Curiosità sui chinelo
Può sembrare sia solo un mediano, in realtà è molto di più. Per intenderci, nel Vasco da Gama è cresciuto scambiandosi il pallone a Sao Januario con Coutinho (Allan ha iniziato con il Futsal) e nel 2011 ha vinto il Mondiale Under 20 con Casemiro, Willian e Oscar. Loro sono poi arrivati tutti a giocare nella Seleçao, lui non ancora. Non per questo, però, si è abbattuto. Anzi, è impossibile fargli perdere il sorriso che lo accompagna anche in campo. Del resto, nessuno gli ha regalato nulla sin da piccolo a Ramos, zona nord di Rio, non esattamente il quartiere migliore della città carioca.Da lì è partito per Udine, dove ha abbandonato le amate «chinelo» (le infradito brasiliane) che poi ha rimesso ai piedi a Napoli. Anche Alemao era solito presentarsi talvolta così agli allenamenti.