Alessandro Cosentino, leader dei Fedayn, ha parlato della situazione che sta vivendo la curva B dello stadio Maradona di Napoli.
Durante la trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma su Radio Crc, è intervenuto Alessandro Cosentino, leader dei Fedayn, per parlare della situazione in curva B dello stadio Diego Armando Maradona di Napoli. Secondo Cosentino, le cose sono state gestite in modo strano e ci sono alcune situazioni che necessitano di essere spiegate ai napoletani. In particolare, la questione riguardante le bandiere, le aste e i tamburi è diventata un problema a causa del regolamento d’uso applicato solo alle curve.
“Cosa sta accadendo in curva B? Più che essere un leader, sono uno che frequenta da più tempo la curva. Le cose si sono messe in una maniera strana, ci sono delle situazioni che vanno spiegate ai napoletani. La questione bandiere, aste e tamburi? Il problema del regolamento d’uso viene applicato solo alle curve perché poi anche nei distinti entrano striscioni e bandiere per cui è un provvedimento dedicato esclusivamente alle curve. Abbiamo fatto delle richieste al dottor Formisano, ai responsabili dello stadio, alla questura di Napoli, un po’ a tutti gli organi di competenza per avere una zona centrale, una free zone dove poter accedere con bandiere tamburi, cori così da non disturbare gli altri tifosi. Inoltre, noi non tesserati con la Fidelity card, da qualche mese abbiamo chiesto di abbonarci, ma non ci è stato dato l’ok”.
Il leader dei Fedayn ha fatto richieste al dottor Formisano, ai responsabili dello stadio e alla questura di Napoli per avere una zona centrale, una “free zone”, dove i tifosi possano accedere con le loro bandiere, tamburi e cori senza disturbare gli altri. Inoltre, ha denunciato che i Fedayn non sono stati autorizzati ad abbonarsi e che non possono entrare con i tamburi, anche se la responsabilità viene attribuita sia al Napoli che alla questura.
“Ci è stato detto che non possiamo entrare tamburi: il Napoli dice che è la questura, la questura dice che è il Napoli. Secondo me è stato De Laurentiis, ma questo è un mio pensiero. Noi delle curve non abbiamo mai chiesto agevolazioni, mai chiesto biglietti gratis, le coreografie sono frutto delle nostre collette. Al Napoli abbiamo chiesto solo agevolazioni per acquistare i biglietti, ci aspettavamo che il club ci premiasse. Nelle altre società non solo ci sono fan zone, alcuni club hanno creato anche delle torrette e parlo di stadi italiani.
Nelle curve c’è nervosismo e non ci stiamo godendo ciò che stiamo vivendo. Ciò che dice De Laurentiis però non è vero: quando parla di spaccio di droga nelle curve non è vero. Certamente ci saranno gli scavalcamenti, anche la questione del biglietto nominativo è vera, ma mi preme dire che non girano spacciatori e droghe nelle curve. Se fosse vero che alcune persone sono state fermate per droga, dovrebbero esserci anche gli arresti e questo non accade, lo so per certo”.
ULTRAS CURVA B CONTRO DE LAURENTIIS: IL MOTIVO
Cosentino ha anche sottolineato che le curve non hanno mai chiesto agevolazioni o biglietti gratuiti, ma solo la possibilità di acquistare i biglietti con facilità. Ha citato come esempio altre società calcistiche che hanno creato fan zone e torrette per i propri tifosi. Inoltre, ha ribadito che la questione dello spaccio di droga nelle curve è falsa e che non ci sono stati arresti a riguardo.
“Non è vero che ci sono stati fermi per possesso di droga. De Laurentiis dice che nelle curve si spaccia e io sono qui a dire che non è vero, potete scegliere anche un centro in cui andare a verificare. E’ brutto sentire sparare a zero su un popolo che sta aspettando solo di festeggiare. Al di là della vittoria sportiva, questa città ha bisogno di una vittoria sociale che serve per svoltare. Napoli fa invidia a tutto il mondo per turismo, organizzazione e questa vittoria doveva essere qualcosa di bello, peccato si sta sporcando. Detto questo, gli scontri in curva di certo non sono cose belle e non dovrebbero accadere”.
Cosentino ha concluso dicendo che gli scontri in curva non sono accettabili e che il costo dei biglietti, che può arrivare fino a 180 euro per un padre e un figlio nel settore popolare, non è giusto per creare uno stadio in cui partecipino le famiglie. Secondo lui, Napoli ha bisogno di una vittoria sociale oltre che sportiva per poter svoltare e fare invidia al mondo per turismo e organizzazione.
“Lasciatemi dire un’altra cosa: noi viviamo a Napoli, conosciamo le problematiche delle persone, non siamo a Milano, Londra o Parigi. Se parliamo della prossima partita, un padre ed un figlio per andare allo stadio nel settore popolare devono spendere 180 euro e non è proprio il modo giusto per creare uno stadio in cui partecipino le famiglie, come chiede De Laurentiis”.