Corriere dello Sport: “Conte vuole il numero 10 dei campioni”

Corriere dello Sport: “Conte vuole il numero 10 dei campioni”

NAPOLI – C’è un centimetro che separa Antonio Conte dalla gloria. Un solo punto, uno scatto finale, novanta minuti per completare un’opera che potrebbe riscrivere il suo percorso e il destino del Napoli. Come racconta Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, Conte è a un passo dal diventare l’unico uomo capace di vincere dieci scudetti: cinque da calciatore, quattro da tecnico. Il decimo potrebbe arrivare venerdì, contro il Cagliari, nella notte che può consacrare anche l’uomo, oltre che l’allenatore.
Dalle macerie alla vetta: la ricostruzione

Dieci mesi fa, attorno al Napoli c’erano solo polvere e calcinacci. Una squadra reduce da un decimo posto, staccata di 41 punti dall’Inter, con l’autostima a pezzi e i leader tecnici pronti a dire addio. Conte, come ricorda Mandarini sul Corriere dello Sport, è ripartito dall’anima, costruendo un gruppo vero, resiliente, capace di resistere agli urti e di trasformare la fragilità in forza.

«Il Napoli era un cantiere emotivo e tattico», scrive Mandarini,
«ma Conte ha restituito convinzione, mentalità, compattezza. Ha riportato a galla uomini come Anguissa, Lobotka, Di Lorenzo».

Una sfida impari con l’Inter (e con il destino)

Rispetto all’Inter, corazzata per struttura e organico, il Napoli non poteva competere sul piano delle alternative. Ma Conte ha compensato con l’organizzazione più solida d’Italia e una difesa da record europeo. Ha cambiato modulo cinque volte – tra 3-4-2-1, 4-2-2-2, 3-5-2, 4-3-3 e 4-2-3-1 – adattandosi a un’emergenza infortuni perenne. Ha perso Kvaratskhelia, ceduto al PSG, senza mai avere un vero sostituto. E venerdì dovrà rinunciare anche a Lobotka, Buongiorno e Juan Jesus, con Neres non al meglio.

«Vincere così – sottolinea Mandarini – significherebbe superare persino Trapattoni e Capello in una speciale classifica di successi. Sarebbe il capolavoro assoluto della sua carriera».

Un Napoli plasmato a immagine del suo tecnico

La forza di Conte è stata anche la lucidità con cui ha saputo tenere insieme la squadra e il club, anche quando gli errori del post-scudetto rischiavano di travolgere tutto. Ha accettato il silenzio, il defilarsi, la distanza dalle luci della ribalta. Ha fatto lavorare in profondità, spremendo ogni goccia da uomini come McTominay, Anguissa, Raspadori, Gilmour, costruendo da zero un meccanismo che oggi si gioca lo scudetto con il quinto attacco del campionato.

«L’osso è in bocca», ha detto Conte dopo il pareggio di Parma.
«Ora è il Napoli che se lo deve prendere».

Il giorno del giudizio

Venerdì il Maradona sarà il teatro di un possibile nuovo trionfo. Sarebbe il secondo scudetto in tre anni per il club, ma anche un successo figlio di scelte coraggiose, di sacrifici economici e umani. Perché senza Conte non ci sarebbe stato questo Napoli. E se il risultato dovesse sfuggire, nulla potrà cancellare il recupero titanico compiuto in dieci mesi: 41 punti all’Inter. Più uno.

Come conclude Mandarini sul Corriere dello Sport:

«Il vernissage è fissato. E se andrà bene, sarà l’attico della sua carriera. E un regalo irripetibile per il suo 55° compleanno».