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Il Coronavirus fa crollare dell’80% rapine, estorsioni e furti. Scoperta piazza di spaccio su Telegram

Il Coronavirus ferma rapine, estorsioni e furti. Ferme anche le attività delle cosche, ma la piazza di spaccio della camorra trasloca su Telegram.

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Il Coronavirus ferma la criminalità, rapine, furti e spaccio dal 9 marzo sono crollati di oltre l’80 %. Al tempo del Coronavirus, può accadere anche che un elemento di spicco dello storico clan camorrista Nuvoletta, per esempio, venga arrestato per un reato non proprio efferato: contrabbandare zeppole per la festa del papà. Le avrebbe vendute a domicilio per conto d’un pasticcere che, dopo aver pubblicizzato l’inizia tiva sul suo profilo Facebook, è stato incastrato ieri dai carabinieri di Marano.

CORONAVIRUS: CROLLANO, RAPINE FURTI ED ESTORSIONI

Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, l’emergenza covid ha inflitto un colpo durissimo ai clan di tutta italia.

A Reggio Calabria, il boss Cosimo Borghetto (nel suo curriculum precedenti per mafia, traffico di droga e omicidio) viene arrestato per il decreto anticoronavirus e finisce agli arresti domiciliari per la violazione della sorveglianza speciale a cui era sottoposto.

E se i boss hanno bisogno di passeggiare, i latitanti hanno bisogno di mangiare. La settimana scorsa, a Bruzzano Zeffirio (nella Locride), i carabinieri notano un uomo avvicinarsi a un’abitazione che risultava disabitata.

Ha una busta in mano e si giustifica così: “Sto portando la spesa a casa di un amico”. L’amico è il latitante della ‘ndrangheta, Cesare Antonio Cordì, sfuggito 8 mesi fa all’operazione “Riscatto”.

Dal 9 marzo la maggior parte dei mattinali di carabinieri e polizia di Stato registrano per giorni zero borseggi, rapine e furti in abitazione.

Le cosche hanno meno facilità di movimento e i loro traffici sono rallentati. Incluse le estorsioni. Come fanno a prenderla l’estorsione se i negozi sono chiusi? Meno persone sulle strade e più controlli: è chiaro che anche lo spaccio di droga è più rallentato.

PIAZZA DI SPACCIO SU TELEGRAM

Grazie alle intercettazioni casa – spiega un carabiniere al Fatto Quotidiano, abbiamo scoperto una piazza di spaccio telematica.  

Il venditore, di solito è un gregario del clan, che si assume il rischio di uscire. Tra i tossicodipendenti è scattata la sindrome da approvvigionamento simile a quella delle file notturne nei supermarket.

Lo spacciatore si muove con carichi di droga superiori alla media dei giorni prima dell’emergenza, lo abbiamo appurato in qualche recentissimo sequestro.

I camorristi stanno usando di più il telefono. I clan sono sostanzialmente fermi, lavorano con la droga, stanno provando a reinventare un business nelle mascherine e nei gel disinfettanti.

Temo che quando l’emergenza sarà finita, i camorristi usciranno dalle loro tane affamati come lupi“.

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IL COVID NON FERMA LA CORRUZIONE

La corruzione, invece, non sembra arrestarsi neanche di fronte alla pandemia da COVID-19. La Guardia di finanza, due giorni fa, ha arrestato un dipendente del Comune di Nichelino (Torino) e un dipendente di una ditta di pulizia. Si indaga sull’affidamento delle attività di sanificazione e disinfezione di immobili comunali. Sequestrati 8mila euro in due mazzette, da 5 e 3mila euro, per l’aggiudicazione di contratti per servizi di pulizia.

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