Comunicazione via e-mail di Infantino: Russia reintegrata nel calcio | Qualificazioni ai Mondiali da rigiocare

Comunicazione via e-mail di Infantino: Russia reintegrata nel calcio | Qualificazioni ai Mondiali da rigiocare

Giovanni Infantino - fonte LaPresse - Napolipiu

Le situazioni e i conflitti geopolitici influenzano la vita di tutti i giorni, ma anche il mondo del calcio.

Il calcio, spesso percepito come uno sport globale e neutrale, non è immune dalle tensioni geopolitiche. Situazioni di conflitto tra nazioni possono influenzare direttamente le competizioni internazionali, determinando esclusioni di squadre o giocatori da tornei ufficiali. Ad esempio, sanzioni imposte da organismi come la FIFA o l’UEFA possono impedire a determinate federazioni di partecipare a campionati o competizioni europee, limitando così l’opportunità di confronto sportivo.

I conflitti geopolitici influiscono anche sugli spostamenti dei club e dei giocatori. Guerre, instabilità politica o tensioni tra stati possono costringere le squadre a cambiare sede per gli allenamenti o le partite, oppure impedire il trasferimento di calciatori verso determinati paesi. In alcuni casi, calciatori stranieri si trovano a dover sospendere la loro carriera in un paese estero per motivi di sicurezza, influenzando non solo le prestazioni della squadra ma anche il mercato dei trasferimenti.

Anche il finanziamento e la proprietà dei club sono soggetti alle dinamiche geopolitiche. Investitori provenienti da regioni in conflitto o sottoposte a sanzioni possono vedere bloccati i propri fondi, con conseguenze immediate sulla gestione societaria e sugli stipendi dei giocatori. In alcuni casi, club storici hanno subito limitazioni economiche che ne hanno rallentato lo sviluppo e compromesso la competitività.

Il calcio può diventare uno strumento di diplomazia o di propaganda. Governi e federazioni talvolta utilizzano tornei e partite come veicolo per influenzare l’opinione pubblica, migliorare l’immagine internazionale o esercitare pressioni politiche. In questo senso, le tensioni geopolitiche non solo condizionano lo sport, ma trasformano il calcio in un terreno di confronto tra stati e interessi globali.

Il dibattito sull’esclusione di Israele

Secondo un sondaggio commissionato dalla ong Ekō e condotto da YouGov, sette italiani su dieci sono contrari alla partecipazione di Israele alle competizioni calcistiche internazionali, in particolare fino al rispetto dei diritti umani. La rilevazione, realizzata a due settimane dalla sfida di qualificazione ai Mondiali 2026 tra Italia e Israele a Udine, evidenzia come il 69% degli intervistati sostenga la sospensione della nazionale e come l’80% dei partecipanti chieda un allontanamento completo dal calcio internazionale. Nonostante il forte consenso dell’opinione pubblica, il governo e le autorità sportive italiane hanno finora confermato la partita del 14 ottobre.

La questione assume contorni politici e sportivi: le pressioni del mondo internazionale e gli appelli degli esperti Onu invitano a considerare la sospensione come risposta alle violenze in corso a Gaza, sul modello della Russia esclusa dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Dopo non aver escluso Israele, qualcuno ha ipotizzato un possibile reintegro della Russia da parte della FIFA. In tal caso, sarebbe necessario rifare anche le qualificazioni ai Mondiali, creando un precedente complesso per tutto il sistema calcistico internazionale.

Giovanni Infantino – fonte LaPresse – Napolipiu

Il peso dell’opinione pubblica

Il sondaggio rivela che il sostegno alla sospensione non è limitato a una parte politica: tra gli elettori di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, oltre il 50% è favorevole a misure restrittive sul calcio e sulle relazioni economiche con Israele. Questo indica una forte convergenza tra cittadini e società civile sul tema, indipendentemente dall’orientamento politico.

Per ora, però, Figc e governo mantengono la linea della partecipazione: sarà fondamentale comprendere come le autorità sportive gestiranno le pressioni internazionali e le aspettative dell’opinione pubblica, in un contesto dove sport e geopolitica si intrecciano in maniera sempre più evidente.