Rafa Benitez è stato un riformatore.
Di: Gaetano Brunetti
Al Napoli oltre alla visibilità a livello internazionale ha portato un carico di idee innovative e modi di fare che resteranno nel tempo e nelle memorie di tutti gli appassionati di calcio.
In passato quando veniva acquistato un calciatore straniero nuovo ci volevano mesi e mesi per vederlo in campo e bisognava aspettare che imparasse la lingua prima di essere trattato come tutti gli altri.
Con Rafa Benitez il problema non c’è, lui è un poliglotta e parla perfettamente le più importanti lingue del mondo.
Passa con una faciltà impressionante dall’inglese al francese, passando per lo spagnolo, il portoghese e pure il Napoletano.
L’anno scorso a gennaio vennero presi Ghoulam, madrelingua francese, il carioca Henrique e Jorginho brasiliano mezzo italiano, fin da subito si sono inseriti dando il loro apporto essenziale alla squadra come a giugno de Guzman, Koulibaly, Andujar e David Lopez.
Ma l’esempio lampante delle doti linguistiche di Rafa è Ivan Strinic, il croato venuto dal Dnipro poche settimane fa per sopperire all’assenza di Ghoulam diventato già punto di riferimento del Napoli in un batter d’occhio.
Rafa sa fare bene il “mestiere”, pochi come lui al mondo, ribadiamo, e i giocatori non riscontrano problemi grazie al maestro che spiega i suoi dettami in tutte le lingue del mondo ad ogni calciatore.
Gabbiagol è l’ultimissimo esempio, anche lui straniero venuto dalla Padania e già in confidenza e che confidenza, coi compagni, con la porta e col vituperato (inutilmente e faziosamente e retoricamente) modulo di Rafa Benitez, il grande di Spagna più poliglotta che c’è.
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