Gianfranco Zola, 55 anni, al Napoli dal 1989 al ‘93, ereditò in azzurro la maglia di Diego Armando Maradona, la numero 10. Oggi è diventato un quotato opinionista televisivo. Dopo l’europeo commentato per beIN Sports, è stato arruolato da Amazon Prime per seguire la Champions. Dopo la finale di Supercoppa Uefa Chelsea-Villarreal, sarà impegnato la prossima settimana in Juventus-Chelsea. I suoi orizzonti non si limitano alle coppe europee: Premier e Serie A sono i campionati che segue a tempo pieno. Lunedì sera ha visto il poker del Napoli sul campo dell’Udinese.
ZOLA: IL NAPOLI IN CORSA PER LO SCUDETTO
L’ex fantasista azzurro ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello sport. Zola tra le altre cose si è soffermato sul Napoli di Spalletti.
È l’anno buono per la squadra di Luciano Spalletti?
«Non voglio sembrare troppo cauto, bisogna pensare che siamo solo alla quarta giornata, ma il Napoli sta dando segnali di grande forza e qualità. La prova contro l’Udinese è stata impressionante non solo nel risultato, ma anche nella gestione complessiva. Un altro elemento a suo favore è la completezza dell’organico. Il Napoli è forte in tutti i reparti. Ha un attacco di alto livello con Osimhen, Insigne e Politano. Il centrocampo ha la qualità e la potenza atletica di Zielinski, Fabian Ruiz e Anguissa. La difesa è solida e Koulibaly aumenta da solo lo spessore della retroguardia. Ospina e Meret sono portieri affidabili. Non riesco a trovare punti deboli».
Osimhen è partito fortissimo.
«Quando arrivò in Italia due anni fa, non lo conoscevo bene e mi documentai. Scoprii un giocatore bravissimo nei movimenti. Con la sua forza atletica può essere devastante. È l’erede di Lukaku. È giovane e ha enormi margini di miglioramento».
L’Italia sta scoprendo Anguissa.
«Il suo arrivo last minute si è rivelato un colpo di mercato azzeccato. È perfetto nel 4-2-3-1, ma rende bene anche nel 4-3-3. C’è poi da fare un’altra considerazione: i calciatori che arrivano dalla Premier hanno una marcia in più perché sono preparati per giocare ad altissima velocità. I ritmi del campionato inglese sono superiori al resto del mondo».
ZOLA SU SPALLETTI E SARRI
«Spalletti è un fior di allenatore, non dell’ultimo arrivato. È un tecnico capace, che ha lavorato bene anche all’estero. Dopo due stagioni di break, immagino che abbia motivazioni fortissime.
Questa squadra è più completa rispetto a quella che allenava Sarri. Spalletti ha risorse superiori. La panchina è eccellente: Manolas, Petagna, Ounas, Elmas, Mertens. Il Napoli di Sarri aveva meno ricambi, ma nei suoi momenti migliori regalò calcio spettacolare»
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Quando Zola si scontrò con Ancelotti e si fece sostituire da Maradona
Che cosa si porta dentro al cuore degli anni di Napoli?
«Napoli è dove tutto è cominciato. E Chelsea dove ho potuto raccogliere tutto il lavoro del passato. Napoli mi accolse con affetto. Ricordo come se fosse ora il mio primo giorno. Arrivai all’aeroporto di Linate dove ci aspettava il pullman per andare in ritiro. Mi vergognavo a salire. Dal bus scese Crippa e mi disse: “Ma tu sei Zola? Vieni su, che fai, dai”. L’allenatore era Bigon. Io e mia moglie Franca ci eravamo appena sposati. Prendemmo casa a Capodimonte. Mi godevo Napoli dall’alto. A Napoli è nato il primo figlio Andrea e ho conosciuto l’avvocato Fulvio Marrucco, il rappresentante storico di Bennato. È il mio agente, nel tempo è diventato un amico».