Sinner sorride, trovata la ricetta per battere Alcaraz | Prima di Natale torna al 1° posto
Sinner - fonte lapresse - napolipiu.com
Il super campione italiano sta già pensando a come riprendersi dopo la brutta sconfitta in finale e sembra abbia trovato il modo.
Jannik Sinner, dopo la finale persa agli US Open contro Carlos Alcaraz, ha sorpreso per la lucidità delle sue dichiarazioni. In conferenza stampa, l’altoatesino ha ammesso di essere stato troppo prevedibile e di dover uscire dalla sua zona di comfort: “Forse dovrò perdere qualche partita, ma provando nuove soluzioni per diventare più imprevedibile”. Un’analisi che dimostra grande umiltà, ma che apre anche a un interrogativo: serve davvero cambiare radicalmente il suo gioco?
I numeri raccontano una realtà particolare. Dal 2024 a oggi Sinner ha un record quasi perfetto contro tutti, 109 vittorie e 4 sconfitte, ma con Alcaraz il bilancio è pesante: 1-7. Nonostante questo, molte delle loro sfide sono state combattute fino all’ultimo punto: dai match point sfiorati a Parigi, al tie-break perso a Pechino, fino alla maratona del Roland Garros. Partite che avrebbero potuto ridisegnare un testa a testa più equilibrato.
Guardando alla storia, il paragone con Federer e Nadal è inevitabile. Lo svizzero, per anni in difficoltà con Rafa, non ha mai stravolto il proprio tennis, scegliendo di restare fedele al suo stile. Solo l’età e l’arrivo di Ivan Ljubicic lo spinsero a qualche adattamento, senza mai snaturarsi. Forse anche Sinner può seguire quella strada, lavorando su dettagli concreti prima di pensare a rivoluzioni.
Le priorità? Migliorare la percentuale della prima di servizio, rendere più incisiva e varia la seconda, e sfruttare meglio la risposta sulla seconda di Alcaraz. Tre accorgimenti che non cambierebbero la natura del suo tennis, ma potrebbero fare la differenza nei punti decisivi. Se poi non bastasse, sarà il tempo a dire se serviranno soluzioni più radicali.
Il dibattito sulla grinta di Sinner
Dopo la finale persa agli US Open contro Carlos Alcaraz, sui social si è acceso un dibattito che accompagna ormai da tempo Jannik Sinner: per molti tifosi, al talento azzurro manca “grinta”, quella componente emotiva che, secondo i commentatori da tastiera, farebbe la differenza nei momenti decisivi. Nei commenti si legge spesso che l’altoatesino dovrebbe lasciarsi andare di più, far emergere rabbia e carattere, come fanno altri campioni.
Eppure, chi conosce Sinner sa bene che il suo stile è diverso. L’altoatesino ha costruito la sua forza su freddezza, lucidità e continuità, qualità che lo hanno portato ai vertici del tennis mondiale. Non è un giocatore che ama gesti plateali, né cerca la carica emotiva attraverso urla o sfoghi: la sua grinta è silenziosa, si traduce in solidità e concentrazione punto dopo punto.

Grinta emotiva o grinta tecnica?
La vera domanda è se sia davvero la “grinta visibile” la chiave per battere un avversario come Alcaraz. Forse no. Più che trasformarsi in un giocatore diverso, Sinner deve continuare a lavorare su dettagli tecnici e tattici: il servizio, la risposta aggressiva, la varietà nei colpi.
La grinta, quindi, non va misurata nelle espressioni o negli atteggiamenti, ma nella capacità di reagire alle difficoltà con il proprio tennis. In questo senso, Sinner ha già dimostrato più volte di avere una forza mentale fuori dal comune.
