Serie A nel caos: non si gioca più alle 12.30 | Ufficialità dalla FIGC, si parte dopo la prossima sosta
Figc - napolipiu.com
L’orario delle 12.30 ha da sempre suscitano grandi polemiche, ma questa volta il problema sembra più grosso.
Le partite di Serie A disputate alle 12.30 sono diventate ormai un appuntamento fisso nel calendario calcistico italiano. Tra i principali vantaggi c’è sicuramente la visibilità: l’orario di pranzo permette di evitare la sovrapposizione con altri match e garantisce una maggiore esposizione televisiva, utile soprattutto per le squadre meno blasonate. Inoltre, per i tifosi che seguono le partite da casa, rappresenta un’opportunità per vivere il calcio in un momento della giornata più tranquillo, senza la concorrenza di impegni serali.
Dal punto di vista economico, questo slot orario risponde anche alle esigenze dei mercati esteri, in particolare quello asiatico, dove la differenza di fuso rende le 12.30 italiane un orario ideale per massimizzare ascolti e diritti televisivi. Questo permette alla Serie A di espandere la propria visibilità internazionale e di rafforzare il proprio brand fuori dai confini nazionali.
D’altra parte, non mancano le criticità. I calciatori lamentano spesso difficoltà di adattamento: scendere in campo a mezzogiorno significa stravolgere le abitudini alimentari e di preparazione fisica, con possibili ricadute sulla qualità del gioco. Anche dal punto di vista climatico, in alcune stagioni e località, giocare sotto il sole di mezzogiorno può diventare particolarmente faticoso.
I tifosi che seguono la squadra allo stadio non sempre apprezzano questo orario. Spostarsi in mattinata, soprattutto per le trasferte, può risultare complicato e meno partecipato rispetto alle tradizionali fasce pomeridiane o serali. Così, le 12.30 restano un compromesso tra esigenze televisive e passione sportiva.
Ancora polemica
La partita della Roma disputata alle 12.30 ha acceso nuove polemiche attorno a questo orario ormai fisso nel calendario della Serie A. Tifosi e addetti ai lavori hanno sottolineato come la fascia di mezzogiorno non sia ideale né per chi scende in campo né per chi segue la squadra sugli spalti, soprattutto in una città come Roma dove la logistica e gli spostamenti possono rendere l’esperienza poco agevole. Anche alcuni giocatori avrebbero manifestato malumori legati alla difficoltà di adattare i propri ritmi alimentari e di preparazione fisica.
Le critiche non si limitano al piano sportivo. In tanti sottolineano come la spinta a mantenere questo orario derivi quasi esclusivamente da logiche televisive e da esigenze di mercato internazionale, a discapito della qualità del gioco e della partecipazione allo stadio. Per questo, il malcontento rischia di trasformarsi in una richiesta ufficiale di abolizione del match delle 12.30.

Un orario sempre discusso
L’idea di eliminare questa fascia oraria non è nuova, ma la gara della Roma ha riportato il dibattito in primo piano. Nonostante i vantaggi in termini di diritti tv e visibilità, cresce la percezione che il calcio debba tornare a rispettare maggiormente i suoi protagonisti e i suoi tifosi.
In questo contesto, la Lega Serie A potrebbe trovarsi di fronte a un bivio: insistere con l’attuale formula per esigenze economiche o aprire a un ripensamento che ponga al centro la qualità dello spettacolo e il benessere di chi lo vive.
