Rassegna Stampa

Serie A: l’indice di liquidità esclude 10 club dal campionato

La nuova norma deve ancora essere definita nel dettaglio

L’indice di liquidità spaventa la Serie A, dieci club tremano e rischiano l’iscrizione al campionato se resta allo 0,7. Le nuove norme volute dalla Figc vengono elencate da Gazzetta dello Sport che scrive: “Il rapporto fra attività e passività correnti potrebbe ripartire dallo 0,6 per poi raggiungere quota 1 in un percorso però pluriennale. ‘Abbiamo concordato con le componenti che serve mettere in sicurezza il sistema – spiega il presidente Gabriele Gravina al termine del consiglio federale – e cominciare a preoccuparsi del medio-lungo termine con parametri che possano dare maggiore sostenibilità’…“.
Poi si aggiunge che ci sarà più “severità ma anche l’adesione alla richiesta del neoeletto presidente di Lega A Lorenzo Casini, di più tempo per chiudere la partita delle ‘licenze nazionali’. Anche perché da diversi club continua a filtrare allarme: ci vuole gradualità altrimenti non ce la facciamo. L’indice sarà definito ad aprile, nella prossima riunione, ma le società spingeranno per attenuare l’impatto della norma. Sul fronte statuto ci sarà un altro mese per il commissario ad acta Gennaro Terracciano per la riscrittura“.

Sull’indice di liquidità scrive anche Corriere della Sera che puntualizza: “La Figc avrà tempo fino al 20 aprile per definire i paletti di questa nuova regolamentazione ma, se l’indice di liquidità dovesse rimanere a 0,7, circa 10 società sarebbero da considerare out per l’ammissione al prossimo campionato“.

Che cos’è l’indice di liquidità?

In Serie A l’indice di liquidità diventerà un parametro vincolante per l’iscrizione al campionato. Ecco di cosa si tratta: “L’indicatore di liquidità, utilizzato per determinare l’eventuale carenza finanziaria, è calcolato attraverso il rapporto tra le Attività Correnti (AC) e le Passività Correnti (PC). Si tratta di un indice che dimostra quando un club sia in grado di poter rispettare i propri impegni finanziari a breve termine. In pratica – scrive Sky – attualmente l’indice è allo 0,6%, quindi gli attivi devono coprire almeno il 60% delle spese. Una soglia che negli ultimi anni è stata già abbassata (nel 2019/20 era allo 0,7 e nel 2020/21 allo 0,8) ma che i club vorrebbero ulteriormente rivedere“.

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