Lavezzi: «Napoli è casa mia. Maradona mi chiamava sempre, il mio rimpianto è lo scudetto mancato»

Il sorriso è lo stesso di sempre, quello che ha conquistato Napoli dentro e fuori dal campo. Ezequiel Lavezzi, ospite negli studi di “Terzo Tempo” su Televomero, si è raccontato con emozione e semplicità, tra aneddoti, nostalgia e tanto amore per la città che non ha mai smesso di considerare casa sua. «Sono passati tredici anni, ma ogni volta che torno a Napoli mi accolgono con affetto. È un legame che non si spezza», racconta il Pocho, incalzato da Jolanda De Rienzo e dai tanti ospiti in studio tra cui Riccardo Trevisani, Carlo Alvino, Luigi De Magistris, Antonio Petrazzuolo, Ciro Troise, Giovanni Scotto e Giuseppe Gargiulo.
Lavezzi e Napoli: un amore mai interrotto
«Sono venuto qui per Diego. Sapere che aveva giocato a Napoli mi spingeva a voler venire in questa città. E oggi, ogni volta che torno, sento l’amore della gente e cerco di restituirlo tutto. Mi sento parte di loro, e i tifosi mi fanno sentire speciale». Un legame che affonda le radici non solo nei gol e nelle giocate, ma anche nella memoria. «Il gol al Cagliari al 93’? Un’emozione unica. Vincere una partita così è qualcosa che resta».
Maradona, gli amici e il passato
Commovente il ricordo di Diego Armando Maradona: «Con lui avevo un bellissimo rapporto. Faceva chiamare sempre qualche amico per chiedermi se poteva telefonarmi. Lo faceva con delicatezza, quasi a non voler disturbare. Mi dava consigli preziosi, che tengo per me: erano più umani che calcistici, e mi hanno aiutato tanto».
E sui suoi compagni di sempre, aggiunge: «I “tre tenori”? Ci capivamo al volo. E sarò presente all’addio al calcio di Hamsik. Cavani? Lo sento spesso, ora è al Boca. Non possiamo dimenticare quello che abbiamo vissuto insieme a Napoli».
I trofei, i rimpianti e Conte
Non poteva mancare un salto nel passato recente, con la Coppa Italia vinta nel 2012: «Fu una festa incredibile. Dopo tanti anni senza vittorie, riuscimmo a regalarne una alla gente battendo la Juve in finale. Quella gioia in città fu incontenibile». Ma c’è anche un rimpianto: «Sì, lo scudetto. Ci ho creduto, eravamo lì, a un punto dal secondo posto. Facemmo un grande campionato».
E sul Napoli di oggi: «Non conosco personalmente Conte, ma penso che possa realizzare il miracolo scudetto. Contro il Milan ho visto un grande primo tempo: i rossoneri non riuscivano a toccare palla».
Infine, un siparietto sul rapporto con De Laurentiis: «Ora che non lavoriamo più insieme siamo diventati molto amici – sorride – ma non abbiamo mai parlato di un mio ruolo nel club».