Repubblica: “Napoli va a caccia di nuovi gol”
Vincere lo scudetto con il sesto attacco della Serie A non è impresa da tutti. Anzi, è un autentico miracolo sportivo, come evidenzia Marco Azzi su Repubblica Napoli, frutto di una solidità difensiva estrema, di pragmatismo e organizzazione. Ma i miracoli, si sa, difficilmente si ripetono. E proprio per questo Antonio Conte ha chiesto al Napoli di cambiare passo in avanti, consapevole che per difendere il titolo servirà qualcosa in più.
I numeri sono lì a raccontare l’impresa. Gli azzurri hanno chiuso il campionato con 59 gol in 38 partite, una media di 1,55 a gara. Meno dell’Inter (79), dell’Atalanta (78), della Lazio e del Milan (61), perfino della Fiorentina (60). Nonostante ciò, il Napoli è salito sul tetto d’Italia per la quarta volta nella sua storia. Una conquista che, come spiega Azzi su Repubblica Napoli, ha avuto fondamenta nella fase difensiva: 19 clean sheet in stagione e ben 13 vittorie con un solo gol di scarto.
L’asse Lukaku-McTominay ha retto l’intero peso dell’attacco, segnando 13 e 12 reti rispettivamente. Ma non basta. E lo sa bene Conte, che – come riportato da Repubblica Napoli – ha chiesto alla società almeno tre nuovi innesti offensivi: due esterni e una punta, per dare supporto e rotazioni a Politano, Neres e Lukaku. Anche perché lo scorso gennaio, con la cessione di Kvaratskhelia non rimpiazzata, il rischio di compromettere tutto è stato concreto.
Il tecnico salentino sa che con l’attuale assetto sarà difficile replicare il trionfo, soprattutto affrontando quattro competizioni: Serie A, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa. Servono nuove «bocche da fuoco». E da questo punto di vista, come sottolinea ancora Marco Azzi su Repubblica Napoli, l’arrivo di Kevin De Bruyne può rappresentare un primo, fondamentale passo.
Il belga è un maestro nei calci piazzati – voce in cui il Napoli è stato carente: solo 20,3% dei gol su palla inattiva, diciassettesimo posto in Serie A in questa speciale classifica – e vanta una delle migliori medie assist in Europa. Con lui, spiega Azzi, gli azzurri potranno accedere a nuove soluzioni offensive e alzare l’efficienza sotto porta.
Ma per evitare che quello appena vissuto resti un unicum non replicabile, servirà un salto di qualità collettivo. Conte lo sa, la dirigenza pure. Perché chi vince con 20 gol in meno dell’Inter, ha bisogno di qualcosa in più per continuare a farlo. E la parola d’ordine, oggi, è una sola: segnare.
