Processo Juve, il procuratore FIGC, Chinè è convinto di avere le carte giuste per condannare i bianconeri. L’istanza di revocazione sarà discussa dalla Corte Federale, con scenari inquietanti.
Il procuratore della FIGC Giuseppe Chinè, apre scenari inquietanti sul caso Juve. Chinè, proprio in virtù di tutti quegli elementi ritenuti nuovi e decisivi appresi dallo studio degli atti ricevuti dalla Procura di Torino ha rinviato la juve a processo.
Il procuratore ha presentato 14mila pagine di documenti che non erano disponibili prima della notifica di chiusura delle indagini preliminari. E che quindi potranno permettere la riapertura del processo relativo al caso plusvalenze (per la Juve e altri 8 club, con 52 dirigenti coinvolti complessivamente), oltre che di un nuovo procedimento disciplinare sportivo.
E nelle 106 pagine del ricorso per revocazione compaiono tutti quegli elementi che secondo Chinè cambierebbero sensibilmente le condizioni rispetto al processo sportivo di inizio anno, a cominciare da quelle intercettazioni già rese famose in precedenza dal lavoro della stessa Procura di Torino, riguardanti praticamente tutte le figure apicali del mondo Juve nel 2021 dopo le ispezioni della Consob.
L’udienza doveva essere fissata entro 30 giorni e la Corte d’Appello federale guidata da Mario Torsello (lo stesso organismo che il 17 maggio smontò definitivamente il castello accusatorio della procura Figc) si è subito attivata, convocando le parti per il 20 gennaio; deciderà sia sull’ammissibilità del ricorso sia nel merito.
Il successivo step giudiziario sarebbe quello del Collegio di Garanzia, cioè il terzo e ultimo grado del processo sportivo. È convinzione dell’accusa che i rilevamenti dei pm di Torino, dalle intercettazioni agli accordi privati sugli stipendi, siano sufficienti per far cambiare idea ai giudici. Perché è noto che due privati possono accordarsi sul prezzo di una compravendita al punto da non poter definire illecita una libera trattativa, ma è altrettanto vero che l’esistenza di un vero e proprio “metodo strutturato” nel ricorrere a certi tipi di plusvalenze per sistemare i conti è ammesso anche dai diretti interessati nelle conversazioni telefoniche divenute ormai di dominio pubblico. Per la Juventus si aprono scenari inquietanti per il futuro.