Il Napoli, reduce dal successo in Champions, raggiunto dopo il gol di Milik (1-1). Ancelotti: «Di più non potevamo fare»
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L’ eurotassa andrebbe evasa da tutti e una volta per tutte, scrive il Corriere dello Sport. Perché è l’alibi che non può, né deve, più reggere, la scusa tanto naturale quanto inattuale e priva di valore.
Come certe statistiche, dal possesso palla ai tiri verso la porta avversaria: quasi mai, nel calcio, alla quantità dei numeri corrisponde la qualità degli stessi.
Un’occhiata al turno post-coppe. La Juve l’ha aperto pareggiando a Lecce. Subito dopo, l’Inter di Lukaku e Lautaro ha rischiato di perdere col Parma.
A Ferrara, il Napoli, che ne ha sostituiti tre più il portiere rispetto al trionfo di Salisburgo, ha prodotto il massimo sforzo proprio nel secondo tempo dominando il gioco senza tuttavia riuscire a sorpassare i pullman di Semplici.
I tifosi del Napoli sono preoccupati per la media punti. In questo campionato il Napoli ha raccolto 17 punti in 9 partite.
L’ultima volta che la squadra partenopea ha fatto peggio risale al 2014/15 (15 punti), quando gli azzurri chiusero la stagione finendo al quinto posto.
Il Napoli di Ancelotti è rimasto ingabbiato nelle proprie certezze, convito che il campionato sia ancora una corsa lunga.
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La Champions aveva avevano spalancato le porte alla speranza, gli era stato concesso di credere un po’ più in se stesso…
Ci sono pareggi che equivalgono (quasi) a sconfitte e ce ne sono altri, magari nella stessa ora e mezza, che hanno il sapore d’una vittoria.
C’è Spal-Napoli, 1-1, che lascia un retrogusto amarissimo in chi sentiva di dovercela fare, per status e per “coincidenze”» astrali.
Perché certi pomeriggi non si possono sprecare.
Al termine del match, il tecnico partenopeo non può certo dirsi soddisfatto: «Sono partite queste in cui è difficile sfruttare la qualità con gli spazi stretti. Tutti hanno fatto il loro lavoro. Ora non dobbiamo abbatterci perché mercoledì c’è un’altra grande partita da giocare».