Gazzetta dello Sport: “La Juve e il Milan puntano Conte”

Kvaratskhelia

NAPOLI – Una storia di riscatto, quasi da romanzo. O, per usare una suggestione cinematografica, il Conte che Napoli sta vivendo è sì Antonio, ma ricorda da vicino il Conte di Montecristo: rigenerato, concentrato e affamato. Solo un anno fa Juventus e Milan avevano detto “no, grazie”. Oggi, Antonio Conte è uno degli uomini più ricercati del calcio italiano.

Un anno fa, la Juventus puntò su Thiago Motta, mentre il Milan virò su Fonseca, scelto anche per la sua predisposizione a non “alzare la voce” nelle scelte dirigenziali. Ibrahimovic fu chiaro: «Al Milan hai un allenatore, non un manager. Con Conte non abbiamo discusso perché non rispecchiava ciò che cercavamo». Ma il tempo cambia tutto, e forse ora si stanno pentendo. Tutti, tranne De Laurentiis, che il 5 giugno scorso annunciava con orgoglio: «Conte, per tre anni, sta con noi».

Napoli ci ha visto lungo
Conte ha firmato fino al 2027, e il Napoli se lo tiene stretto. Secondo in classifica, impatto immediato, gioco identitario, forza mentale. Ha trattenuto uomini chiave come Di Lorenzo e Kvaratskhelia, convinto Lobotka e Anguissa a restare, costruito un Napoli fisico e compatto, con il numero 9 Lukaku a finalizzare il lavoro offensivo. Il club azzurro vorrebbe continuare con lui almeno fino al 2026 – e magari oltre, con uno scudetto cucito sul petto.

Ma il futuro è (anche) nelle sue mani
Perché tutto dipenderà da Conte: dalle sue scelte, dalle offerte che arriveranno, dai progetti che lo convinceranno. Juventus e Milan restano alla finestra. Entrambe hanno bisogno di una scossa e sanno che, con un italiano in panchina, lo scudetto è più vicino. L’ultimo tecnico straniero a vincerlo con il Milan fu Liedholm nel 1979, alla Juve Vycpálek nel 1973.

La posizione della Juve è la più calda. Tudor ha firmato fino a giugno, con rinnovo automatico in caso di Champions, ma la clausola di uscita c’è. E, come ricorda Conte stesso:
«Ho giocato con loro per 13 stagioni. È una storia di cui farò sempre parte».
Più recente ancora: «In futuro mi piacerebbe, ogni tanto, sedermi in pole position».

Conte vive Napoli, ma Torino è sempre casa
Nel frattempo, Napoli lo ha adottato. Abita in centro, visita la città, passeggia per i quartieri popolari, è andato al murale di Maradona, ha visto la Reggia di Caserta. È il Conte che non rinnega il passato, ma che oggi lavora duramente sul presente. E Napoli lo apprezza per questo. A Dimaro, durante la preparazione estiva, i tifosi lo vedevano distruggere i suoi giocatori con i carichi di lavoro. Ma tutto ha un senso. Perché Conte è sinonimo di risultati.

Il Milan valuta, ma ora non si chiude
Il Milan, dal canto suo, si guarda attorno. Vuole un tecnico italiano. Sa di aver commesso un errore nel non considerare Conte un anno fa. Con il direttore sportivo giusto, in futuro, una telefonata potrebbe partire. Il numero è sempre quello. L’uomo anche: Antonio Conte, specialista in scudetti.