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MERET BATMAN RETURNS. Il corriere celebra il portiere del Napoli

Napoli, Batman Meret. Contro il Verona e a Salisburgo il portiere friulano è salito di prepotenza sulla scena da protagonista.

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Batman Meret, a Napoli hanno rispolverato il nomignolo che per anni ha accompagnato Taglialatela. Il Corriere dello Sport celebra il portiere del Napoli, eroe in Champions e in campionato.

Tre secondi sono sufficienti per accorgersi che ci sono gli uomini e poi i marziani. Che si può uscire da un fumetto, in versione Batman, e ritrovarsi fenomeno.

Alex Meret ha impiegato niente, assai meno di quanto serva a chiunque per raccontarlo, in Napoli-Verona.

Il poster è quello, ovvio, essendo la prodezza gigantesca e dispensata in varie fasi: i pugni chiusi su Lazovic, lo scatto per rialzarsi e volare a mano aperta sul colpo di testa di Pessina.

Poi, l’ennesimo balzo, ma stavolta per opporre tutto se stesso a Stepinski. Un triplo salto mortale, con avvitamento.

Meret si ripete ancora a Salisburgo, quando accadono cose che voi umani: «Io penso alla vittoria, a questa Champions che forse inconsciamente ci spinge a dare qualcosa in più.

Poi è chiaro che vengono le prestazioni personali e sono contento di quello che sto facendo, perché mi sento bene.

Mi sto allenando serenamente e sento che il corpo risponde alle sollecitazioni.

Ma sono consapevole che poi verranno i momenti difficili e che dunque convenga restare con i piedi per terra».

Ci sono almeno venticinque milioni di buoni motivi perché De Laurentiis, Ancelotti e Giuntoli se ne stiano adesso sdraiati ad ammirare il panorama, perdendosi nelle immagini cult della Red Bull Arena che raffigurano un «genio» lanciarsi tra i piedi di Haaland e poi nell’angolo lontano scovato da Daka, perché pure per i miracoli ormai Alex Meret si è attrezzato dialetticamente, lasciando che quel gesto rientri nelle naturali facoltà di chi non deve fare altro.

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BATMAN MERET TRA LA SPAL E ZOFF

«Ma io vado oltre l’intervento di mercoledì sera, io penso alla Spal, ad una partita emozionante per me perché è un po’ come tornare a casa.

Io a Ferrara ci sono stato benissimo, è stata una esperienza fantastica ed ho conservato amici.

Ma noi dobbiamo vincere anche in campionato, dare continuità ai nostri risultati e non lasciare più punti per strada.

La Champions dà una carica speciale, ma il Napoli tiene anche a tutto, pure alla coppa Italia. Ora siamo felici per il successo di Salisburgo, che è di tutti.

Dietro le mie parate c’è il lavoro del gruppo, di una difesa che ha in Koulibaly, grandissimo, un naturale candidato al pallone d’oro».

Il mito è lui, e ci sta, essendo nato a Udine, ventisette chilometri da Mariano del Friuli, sa bene che gli toccherà portarsi dentro i guanti quel paragone lusinghiero eppure scomodo, perché non è mai semplice essere affiancato a Zoff e riuscire in qualche modo ad essere degno dell’accostamento che a microfono spalancato, su Sky, viene rilanciato: «E’ chiaro che c’è la speranza di poter ripercorrere la sua carriera. Mi piacerebbe farlo. E io lavoro per questo».

Bisogna avere spalle grosse e un’idea precisa di cosa sia il coraggio, dinnanzi ad una domanda, e pure nelle risposte si può scorgere un (potenziale) fuoriclasse o se volete un potenziale Batman- Meret.

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