L’Europeo e la Lazio, da piccolo viveva in una casa piena di lucertole | “Non avevamo niente da mangiare”

Lazio (lapresse) - napolipiu
Un’infanzia segnata dalla fame e dalle difficoltà prima di sfondare nel calcio e di diventare un campione d’Europa.
Crescere sognando un futuro migliore non è facile quando ogni giorno è una battaglia per la sopravvivenza. Per alcuni giocatori, il calcio è stato molto più di una semplice passione: è stato una via di fuga, l’unica possibilità di cambiare la propria vita e quella della propria famiglia.
Dietro la carriera scintillante di tanti campioni si celano storie incredibili, fatte di sacrifici, fame e povertà. E a volte, proprio quando tutto sembra perfetto, emergono dettagli che nessuno si aspettava.
Lui è riuscito a giocare nei club più prestigiosi d’Europa, ha vinto trofei importanti e ha scritto pagine di storia con la sua nazionale. Ma il suo viaggio è iniziato nel modo più difficile possibile: in una casa con una sola stanza, piena di buchi nel pavimento e con gli animali che correvano liberamente. Eppure, nonostante tutto, non si è mai arreso. Ha sempre creduto che un giorno le cose sarebbero cambiate.
Un racconto che lascia il segno
Quando un calciatore decide di raccontare il proprio passato, spesso emergono dettagli inaspettati e sconvolgenti. È il caso di un ex giocatore della Lazio, che ha rivelato il lato più oscuro della sua infanzia in una recente intervista a “The Players’ Tribune”.
Tra le sue confessioni più toccanti, una frase riassume perfettamente il dramma che ha vissuto: “La mia storia è iniziata con il fatto che stavamo morendo di fame“.

L’incredibile racconto
Luís Carlos Almeida da Cunha, meglio noto come Nani, ha svelato dettagli mai raccontati prima sulla sua infanzia difficile. “Ho vissuto con mia madre e otto fratelli in una casa con una sola camera da letto. C’erano buchi nel pavimento dai quali uscivano costantemente ratti e lucertole”.
Il calciatore lusitano ha poi proseguito. ”Non avevamo nulla da mangiare e abbiamo davvero combattuto per sopravvivere. Giuro. Le cose della vita che ho vissuto sono state dure, ma nessuna è stata più difficile dell’avere fame”. Nonostante le difficoltà, Nani non ha mai perso la speranza. Sapeva che il calcio poteva essere la sua salvezza. E lo è stato.