Napoli-Liverpool. Le affinità tra due metropoli nel derby della musica ’O sole mio sfida Yesterday e i Beatles. Grazie a questa sfida nel 1976 nacquero gli Shampoo.
Napoli-Liverpool
«Un giorno all’improvviso» o «You’ll never walk alone»? Stasera al San Paolo per Napoli-Liverpool «risuona», letteralmente, la sfida tra Napoli e Liverpool, tra tifoserie e inni, tra musiche e canti. Inevitabile per due città dense di musica, di musiche e di canzoni. Inevitabile per due metropoli dal passato ingombrante che hanno nei loro rispettivi Dna i Beatles e la straordinaria tradizione musicale partenopea.
Derby della Musica e i Beatles
La rotonda di Penny Lane e la collina del Vomero, la poesia di Salvatore Di Giacomo e le pop-song di Sir Paul Mc Cartney, gli spalti dell’Anfield Stadium e l’urlo dei tifosi del San Paolo di Fuorigrotta, la Stazione Garibaldi e Lime Street, l’area del Merseyside e la Regione Campania, Piazza del Plebiscito e il Royal Liver Building: i punti di contatto tra le due città non sono pochi. I fasti dell’epoca borbonica di Napoli e il passato vittoriano di Liverpool fanno da sfondo ad un animo vivace e contagioso, ad uno humour innegabile e, soprattutto, ad una attitudine al proprio codice linguistico: lo scouse per i liverpooliani e la lingua napoletana per i partenopei.
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’O sole mio sfida Yesterday
Oggi il Liverpool affronta per la prima volta il Napoli di Carlo «Charles» Ancelotti, allenatore che ben conosce i Reds, incrociati negli anni vissuti sulla panchina del Chelsea. E allora si fronteggeranno idealmente «O Sole Mio» e «Yesterday», «Funiculì Funiculà» e «Let It Be», «O Surdato ‘Nnammurato» e «Hey Jude».
Gli Shampoo
Fu, curiosamente, proprio in occasione di una sfida tra le due squadre che, nel 1976, nacquero gli Shampoo, band/ parodia dei Beatles in salsa napoletana. Il quartetto venne annunciato in diretta radiofonica nel corso di uno scherzo degno di Orson Welles. Una beffa d’autore, proprio come i falsi Modigliani di Livorno, una mossa di marketing goliardico con la benedizione di Corrado Ferlaino, all’epoca presidente del Napoli. Verdelli e De Bury annunciarono la ricostituzione di una band formata da «quattro ragazzi provenienti da Liverpool» ai microfoni della radio e da quel momento l’inizio di una lunga beffa radiofonica, corredata da fiumi di telefonate in diretta. Mai venne citata in diretta la parola «Beatles»: furono gli ascoltatori a fare il resto: in realtà da quel momento ebbe inizio la saga degli Shampoo, quartetto che proponeva riletture di brani dei Fab Four con testi in lingua napoletana. Lo scherzo approdò ad un album, intitolato In Naples 1980/81, pubblicato dalla EMI Italiana e divenuto piccolo grande cult dei primi anni Ottanta.
John Lennon e Napoli
Ma non è tutto: il mito di uno dei quattro figli più celebri di Liverpool – John Lennon – è oggi preservato da un mosaico leggendario, realizzato completamente in Italia e donata dal Comune di Napoli al New York City Council, collocato al centro di «Strawberry Fields», un angolino di New York che prende il nome dal luogo di Liverpool che Lennon più amava. Un segno del destino? Un presagio di vittoria? Lascia che sia, let it be…