Si spegne nel silenzio l’ultimo grande vecchio della canzone napoletana.
A consegnarlo alla storia dello spettacolo “Malafemmena” di Toto’ che fu il primo a incidere nel 1951
Se n’è andato anche l’ultimo grande vecchio della canzone napoletana, il divo americano, per qualcuno addirittura l’imperatore della melodia come lo salutano i fans su Facebook.
Figlio di attori napoletani, tentò dapprima la carriera in marina e poi nel mondo della boxe, ma con scarsi risultati. Dopo avere vinto un concorso per voci nuove indetto da Radio Napoli, esordì nel mondo dello spettacolo, divenendo in breve uno dei più apprezzati interpreti di canzoni napoletane e affermandosi alla radio e nel teatro di rivista, un settore dello spettacolo in cui lavorò con le più celebri compagnie dal 1945 al 1952.
Alto e di gradevole aspetto fisico, dotato di una certa simpatica disinvoltura, Rondinella rappresentò ben presto un’ambita preda per quei produttori cinematografici che intuivano quale successo avrebbe potuto ottenere sul grande schermo, soprattutto agli occhi di un pubblico femminile, sensibilissimo alla sua voce flautata. Ebbe così modo di esordire nel cinema con Ultimo amore (1947, Luigi Chiarini), un film che segnò per lui l’inizio di una lunga serie di successi (nell’anno 1954 girò ben dieci film).
In genere, i film da lui interpretati seguivano gli schemi ripetitivi e ben collaudati della commedia sentimentale o del dramma a forti tinte, con trame fatte su misura per dargli modo di svolgere il duplice ruolo di attore e di cantante; tuttavia, talora fu utilizzato al meglio da registi di notevole livello, come Roberto Rossellini, con il quale, nel 1954, recitò in Dov’è la libertà?, o come Cortese, che, nello stesso anno, realizzò Violenza sul lago, affidandogli la parte di un individuo prepotente e cinico, del tutto opposta a quella, per lui abituale, di bravo giovane traboccante di buoni sentimenti.
Sposato dal 1947 con Ada Alese, ha un fratello, Luciano, anch’egli cantante, ma di minore successo.