La grotta di Cocceio conosciuta anche come “Grotta della Pace”, è stata una grotta militare importante per molti secoli e collegava le fortificazioni e i punti di avvistamento sul litorale domizio-flegreo di Cuma con il Portus Julius. Progettata da Lucio Cocceio Aucto. Fu restaurata dai Borboni e distrutta dai tedeschi. La grotta ospita da tempo una colonia di pipistrelli appartenenti a cinque specie in via di estinzione.
LA GROTTA DI COCCEIO
La grotta, che prende il nome dal suo ideatore Cocceio, venne realizzata intorno al 37 a.C. e faceva parte di un complesso di opere commissionate da Marco Vipsanio Agrippa, comandante della flotta di Ottaviano, che volle creare una rete di collega menti tra la cittadella di Cuma, punto di vedetta strategico sul litorale domizio e flegreo, e il Portus Iulius.
PORTUS JULIS
Il Portus Julius fu costruito congiungendo al mare i laghi Lucrino e Averno, fu la base militare del futuro imperatore Ottaviano, durante la guerra con Sesto Pompeo, il cui esito determinò la fine della Repubblica. Alla via sotterranea ideata da Cocceio, secondo alcuni studiosi, si sarebbe ispirato il poeta Virgilio nel descrivere la grotta che Enea attraversa, guidato dalla Sibilla, per accedere all’Ade. Il traforo, lungo circa un chilometro e largo a sufficienza da consentire il passaggio di due carri, è interamente realizzato con opera di scavo e rivela, oltre che le grandi abilità di calcolo topografico dell’architettura romana, l’abilità delle maestranze locali eredi, come ci suggerisce Strabone, dei mitici Cimmeri che avrebbero abitato la zona secoli prima, vivendo in dimore sotterranee. Il passaggio venne utilizzato fino al VI sec. d.C. come via pubblica. In seguito cadde in disuso, per essere poi riscoperto nel 1844 dal canonico Giovanni Scherillo, studioso di antichità pompeiane, che scrisse un resoconto della sua esplorazione.
GROTTA DELLA PACE
La cripta, conosciuta anche come “Grotta della Pace”, secondo una leggenda popolare del ’500 sarebbe stata realizzato dal cavaliere spagnolo Pietro di Pace. Convinto che all’interno del monte Grillo fosse stato nascosto un tesoro, di Pace avrebbe speso tutta la sua fortuna per far scavare la galleria, senza alcun risultato.
I BORBONE LO FECERO RESTAURARE I TEDESCHI LO FECERO SALTARE
La pubblicazione di Scherillo ottenne grande attenzione, al punto che il governo borbonico decise di far sterrare e restaurare la galleria. I lavori andarono per le lunghe. L’inaugurazione si svolse nel 1861, alla presenza di Vittorio Emanuele II, diventato da poco re d’Italia. Verso la fine della seconda guerra mondiale venne chiusa di nuovo, dopo che i tedeschi in ritirata fecero brillare le munizioni allora custodite al suo interno. L’esplosione provocò il crollo parziale del soffitto e delle pareti della galleria. Negli anni i detriti sono stati rimossi, ma il rischio di nuovi crolli ha continuato a rendere inaccessibile la grotta.
RIAPRE DOPO 73 ANNI LA GROTTA DI COCCEIO
Questo tunnel, riapre dopo ben 73 anni. I lavori di restauro e consolidamento della galleria, iniziati a metà dell’anno scorso, si sono conclusi poche settimane fa. Durante l’attività di scavo è stato scoperto un ramo non ancora studiato dell’acquedotto flegreo, che ora si sta cercando di datare. Il progetto di recupero ha tenuto conto anche delle caratteristiche ambientali del luogo.
COLONIA DI PIPISTRELLI VIA DI ESTINZIONE
La grotta ospita da tempo una colonia di pipistrelli appartenenti a cinque specie in via di estinzione. La loro presenza ha contribuito a rallentare i lavori, finché non si è individuata una modalità di intervento che non minasse la sopravvivenza di questi animali.