Napoli, De Laurentiis ha parlato delle manovre di mercato del club azzurro. Il patron ha salutato Albiol e ha rivelato novità sul San Paolo e sul ritiro di Dimaro.
Il Napoli sul mercato non sta a guardare ma si muove su più tavoli, lo ha rivelato il presidente Aurelio De Laurentiis ai microfoni di radio Kiss Kiss Napoli. De Laurentiis si è soffermato sull‘addio di Albiol e ha rivelato alcune novità legate al San Paolo. Il patron ha rivendicato la paternità della nuova maglia 2019/2020.
DE LAURENTIIS SUL MERCATO DEL NAPOLI
“Giochiamo su più tavoli per capire qual è il più giusto. Con l’arrivo di Conte e Sarri, noi dobbiamo approfondire con Ancelotti, che è un maestro, che tipo di gioco fare.
Ha ragione Sacchi quando inneggia al gioco di Sarri che è un gioco stretto, che ti diverte, però bisogna capire che uno deve formare una squadra capace di giocare in tanti modi diversi. Gli avversari non sempre ti permettono di giocare il tuo gioco, anche se lo fa alla perfezione, come ha fatto Sarri al Napoli.
Anche lo stesso Sarri in Inghilterra si è trovato in difficoltà perché i calciatori non erano abituati. Ha ragione Ancelotti quando dice che il modulo è una cosa che esiste, ma fino ad un certo punto.
Sacchi è diventato un opinion leader, un universitario. Ci stimiamo, è un grande amico e gli dico che purtroppo non ci sono delle regole fisse che funzionano sempre ovunque e comunque e bisogna avere l’intelligenza e l’umiltà di rimettersi in gioco continuamente.
Chi pensa che perdere una partita sia una sconfitta sbaglia, perché perdendo si capisce come vanno le cose. Sarebbe anche noioso”.
L’ADDIO DI ALBIOL
“Abbiamo accettato la richiesta di Albiol perché glielo dovevamo, non possiamo sempre dire di no. Negli ultimi due anni voleva andare via, l’abbiamo convinto a restare, adesso però non potevamo.
Albiol, ti dico grazie, salutami la tua famiglia, so che per te sono stati anni importanti. Contento per il suo rientro in patria. Abbiamo potuto cederlo perché l’anno scorso abbiamo fatto crescere Chiriches e Maksimovic accanto a Koulibaly, quindi staremmo a posto. Ma se vogliamo fare passi in più possiamo farlo, ci stiamo provando.
Spesso noi presidenti veniamo tirati per la giacchetta, tutti ci dicono chi prendere, anche via web. Ho trovato sul tavolo una quindicina di difensori centrali, allora ho pensato che questo ruolo non è una rarità.
Ma purtroppo non possiamo accontentare tutti. Vedo che non c’è una unicità di direzione, di intenti, quindi questo vuol dire che loro, i tifosi, si fidano e lasciano il boccino delle decisioni a noi”.
DE LAURENTIIS E LA NUOVA MAGLIA DEL NAPOLI
“Nuova maglia? Io e i miei figli Edoardo e Luigi abbiamo sempre cercato di ideare maglie innovative. Inventammo la mimetica ed altre cose che poi sono state seguite anche dalla moda.
Quando si inventano cose innovative, non sempre si trovano le persone pronte ad abbracciarle. Il nuovo spaventa sempre un po’. I nostri tifosi si sono evoluti alla grande, anche grazie al web e alla connessione che c’è nel mondo. Ci sono i tifosi del Napoli che vivono in Canada o negli USA tramite Amazon, su cui c’è stato un boom. Ma sono sempre di origini napoletane, portano sempre l’identità nel cuore. Il calcio è quella panacea che gli permette di convivere in luoghi complicati. C’è attaccamento alla maglia e capacità di esprimere la loro convinzione circa la maglia, noi cerchiamo di seguire anche quello che dicono”.
IL SAN PAOLO
“Finite le Universiadi, ci saranno altri lavori per sistemare una parte nel ventre del San Paolo che oggi non si vede. Uno stadio vive di tanti punti nevralgici che lo compongono e che non si vedono in tv. E in questo senso staremo molto attenti e ci lavoreremo”.
DIMARO
“A Dimaro inventiamo qualcosa non sul Napoli, ma sul calcio in generale. Possiamo coniare anche il nome: “Il Calcio che Vorrei”. Io vorrei che il calcio in Italia e in Europa cambiasse. A Dimaro faremo un bel villaggio e partite incredibili. Probabilmente ci incontreremo con una squadra di B o di C.
Quanto mi dispiace che certe tifoserie si siano contrapposte, altrimenti avremmo avuto maggiore possibilità di allargarci. Noi abbiamo una grande ricchezza in Italia che è il campanilismo, e non ci deve contrapporre. Tutti insieme formiamo l’Italia, non dobbiamo dimenticarlo”.
DE LAURENTIIS E I SOCIAL
De Laurentiis ha parlato sugli aspetti social:
“A 70 anni bisogna essere ventenni. Se anagraficamente ci si chiude dietro l’età non si va più da nessuna parte. Io ho due figli giovani, mi diverto sui social e li faccio litigare. Io ho anche dei nipoti, che sono ancora più veloci dei miei figli, quindi quando c’è qualcosa di tecnologico sul web mi aiutano. Non so come fanno a scrivere con quella velocità, per non parlare della lingua del web”.