Mario Rui, o l’usato sicuro che evita rischi. In casa Napoli, negli ultimi anni, si è fatta una grande fatica nella ricerca del terzino sinistro giusto.
DI Elio De Falco
IL TERZINO SINISTRO
Il terzino sinistro é un difensore, di norma di piede mancino, che occupa la fascia sinistra del reparto difensivo di una squadra. Puó essere un terzino “bloccato”, con compiti quasi esclusivamente difensivi, o fluidificante, ovvero votato anche alla fase offensiva attraverso sovrapposizioni e cross e talvolta anche la conclusione a rete. L’interprete piú famoso del ruolo, nel passato recente, é stato il brasiliano Roberto Carlos, ma possiamo ricordare anche Giacinto Facchetti, primo esempio di terzino fluidificante. Talvolta il ruolo viene interpretato da giocatori adattati, vedasi Juan Camilo Zúñiga, nato terzino ma destro, o Cristian Chivu che nasce difensore centrale.
La premessa era doverosa per un ruolo che, ancora oggi, crea grattacapi in gran parte delle società sportive anche di altissimo livello. Come anticipato, addirittura l’Inter del Triplete dovette adattare il centrale Chivu al ruolo di terzino sinistro. E infatti parliamo di una posizione delicatissima dove scarseggiano gli interpreti di alto livello.
Facciamo un piccolo excursus storico proprio in casa Inter: dopo la stagione 1995/96 l’allora tecnico nerazzurro Roy Hodgson scartò Roberto Carlos perché, secondo l’allenatore inglese, non era abbastanza disciplinato. Il dopo Roberto Carlos, nonostante i picchi raggiunti dalla squadra meneghina, é stato una continua ricerca di un interprete di livello per il ruolo di terzino sinistro, costellata di fallimenti come Pistone, Gilberto, Georgatos o Gresko (ed altri carneadi degni del premio “Bidone d’Oro”); nemmeno Mourinho riuscí a pescare un terzino sinistro di ruolo, da lí l’adattamento di Chivu, la cui mancanza di gamba costrinse, spesso e volentieri, un certo Eto’o a sopperire a questa lacuna, cosa riuscita egregiamente all’attaccante camerunense.
IL NAPOLI ED I TERZINI SINISTRI
Anche in casa Napoli, negli ultimi anni, si é fatta una grande fatica nella ricerca dell’interprete giusto per il ruolo: se, da un lato, é vero che la catena di sinistra azzurra é, attualmente, una delle migliori in Italia, dall’altro non possiamo non ricordare la pleiade di interpreti che hanno piú o meno provato ad impadronirsi della fascia mancina, sia che fossero terzini puri, sia che fossero quinti a sinistra di un 3-5-2 (quelli che in Spagna chiamano “carrileros”).
Solo nella gestione De Laurentiis, dal 2004 ad oggi, si sono avvicendati diversi giocatori: da Mora a Lacrimini, passando per Rullo, Vitale e Dossena; questo per quanto riguarda i terzini sinistri “di ruolo”.
Ma la storia azzurra, su quella fascia, ha visto soprattutto il dominio della figura “dell’adattato”, per la disperazione di tanti tifosi: c’é chi ha fallito clamorosamente, come Mannini o Datolo, ma anche chi si é assicurato il posto per un lungo periodo di tempo; parliamo di Zúñiga, che fu titolare per lungo tempo a sinistra, anche a discapito di Dossena, grazie al lavoro fatto da Mazzarri su di lui. Ma non dobbiamo dimenticare Savini, centrale di ruolo, per anni padrone del posto di quinto a sinistra nonostante l’arrivo di uno specialista come Rullo. Infine una piccola menzione va ad Aronica, che occupó saltuariamente quella posizione.
UNA POSIZIONE DELICATISSIMA
Dieci nomi, dieci giocatori che hanno preceduto l’attuale coppia di terzini, Ghoulam-Strinic.
Volendo fare una media, sommando i due sopracitati, arriveremmo a quasi un terzino sinistro all’anno, tuttavia Ghoulam e Strinic si sono riuniti due anni prima, nel gennaio 2015. Prima di loro, la media era perfetta, un nuovo terzino sinistro all’anno.
Questi numeri dovrebbero essere indicativi, specialmente se pensiamo che, sulla fascia opposta, la situazione é ben diversa: Maggio, piaccia o no, é da ben 10 anni in rosa, dopo di lui solo Zúñiga (con Benitez) e Hysaj hanno preso il posto da titolare.
Le spiegazioni per questo scompenso sono molteplici: i giocatori mancini sono una minoranza e, spesso, si cerca di sfruttarne l’imprevedibilitá in fase offensiva, per quanto riguarda i più talentuosi. A ció bisogna aggiungere la difficoltá di interpretare un ruolo dove fase difensiva ed offensiva convivono, specialmente se la squadra sbilancia il gioco da quel lato, come accade nel Napoli di Sarri.
Difficile, quindi, trovare un terzino sinistro di ruolo e di valore. La questione si é aperta in modo quasi involontario per il Napoli: i Mondiali spingono i giocatori a cercare maggiore spazio per sfruttare tutte le occasioni possibili per convincere il ct della loro Nazionale ad includerli nella lista dei 23 che andranno in Russia.
UNA SOSTITUZIONE PROBLEMATICA
É il caso di Ivan Strinic: il croato ha richieste in Turchia e Russia (Galatasaray e CSKA Mosca su tutte) ed ha capito che non partirá davanti nelle gerarchie. Ha chiesto di giocare ed il Napoli non può garantirgli i minuti che chiede, da lí l’intenzione di cercarli in altri lidi e la necessitá di sostituirlo.
Questa situazione ha creato un serio problema proprio quando la squadra aveva trovato un equilibrio stabile, con Ghoulam prettamente offensivo e con Strinic più solido in fase difensiva, e la sostituzione del croato era un rebus molto complicato da risolvere nella stagione in cui si é deciso di puntare al bersaglio grosso.
UNA SCELTA LOGICA
La soluzione è passata, per forza di cose, dall’opinione di Sarri ed il tecnico ha deciso per un usato sicuro: Mario Rui.
La scelta, pur con tutte le perplessità che potrebbe generare il grave infortunio subito lo scorso anno, ha una sua logica: intanto é un giocatore che dovrebbe inserirsi facilmente nei meccanismi difensivi sarriani, essendone un profondo conoscitore (3 anni agli ordini del tecnico azzurro in maglia Empoli); in secondo luogo parliamo di un elemento di valore che, lo scorso anno, aveva destato le attenzioni della Roma che se n’era assicurate le prestazioni battendo proprio la concorrenza azzurra; infine si tratta dell’unico giocatore ex-Empoli di cui Sarri si è mostrato davvero entusiasta, dopo aver manifestato una certa indifferenza per altri suoi ex giocatori che il Napoli aveva puntato.
É inevitabile, tuttavia, che la scorsa stagione del portoghese, passata tra infermeria e panchina, abbia generato forti dubbi nei tifosi.
In questo senso bisogna tener presente vari fattori.
Il primo é che l’infortunio subito da Mario Rui – rottura del legamento crociato – é stato traumatico, non parliamo di un giocatore soggetto a problemi muscolari.
Nonostante i precedenti shock che tutti ricordiamo, potremmo parlare di Ronaldo ma anche del piú recente Giuseppe Rossi, va detto che é molto difficile – soprattutto grazie ai progressi fatti dalla medicina – che si presenti una ricaduta in infortuni di questo tipo.
Il secondo fattore da tener presente é la valutazione che ne ha fatto anche lo staff medico, con a capo il dottor De Nicola: l’ok dato dal migliore staff medico d’Italia (e forse d’Europa) rappresenta una garanzia importante, tanto agli occhi di Giuntoli e De Laurentiis come a quelli di Sarri.
Merita fiducia, anche alla luce dei precedenti con giocatori fragili completamente riabilitati, su tutti Campagnaro.
Il terzo fattore é relativo alla panchina: il dubbio del tifoso medio riguarda il fatto che Mario Rui, pur ritornato a disposizione, non abbia riconquistato il posto da titolare in giallorosso, con il solo Emerson Palmieri a contenderglielo.
La questione va inquadrata in modo simile a quella Milik-Mertens lo scorso anno: Mario Rui é rientrato a disposizione di Spalletti nel momento decisivo della stagione; il neo tecnico dell’Inter decise, cosí come Sarri con Milik, di non stravolgere gli equilibri faticosamente trovati.
Inserire un giocatore, che magari non è ancora al 100%, in un momento così delicato, sarebbe stato un rischio che Spalletti non ha voluto correre (e nemmeno Sarri), ma ciò non vuol dire che non sia – o non possa essere – un elemento utile o di valore (Milik non é diventato scarso perché si è infortunato!).
LA SCELTA MIGLIORE
Abbiamo definito Mario Rui come l’usato sicuro: un giocatore che conosce praticamente alla perfezione ciò che chiede Sarri in fase difensiva. É fondamentale considerare questo fattore, alla luce della prossima rottura di una coppia tanto collaudata come Strinic-Ghoulam. L’imperativo restava minimizzare i rischi per ottimizzare il risultato e non farsi assalire da dubbi ogniqualvolta Ghoulam facesse uno starnuto.
E per creare anche una certa competizione per il posto da titolare.
Chi ha visto giocare Mario Rui ricorderà che ha ottime caratteristiche balistiche, un sinistro di alto livello che potrebbe rivelarsi fondamentale, soprattutto quando sarà Milik (o Pavoletti) a stazionare in area di rigore.
Inoltre il portoghese, pur possedendo una certa propensione offensiva, é attento anche in fase di non possesso, caratteristica che Ghoulam, a volte, dimentica.
Per questi motivi, nella stagione del patto-scudetto, Mario Rui rappresenta il miglior modo per sostituire il partente Strinic, almeno stando alle possibilitá economiche del Napoli.