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Maradona voleva una statua con la scritta: “Ricordatevi che anch’io sono napoletano”. Lo rivela Stefano Ceci

Diego Maradona desiderava una statua con su scritto: “Ricordatevi che anch’io sono napoletano”.

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NAPOLI. Stefano Ceci, amico e manager del Pibe de oro, ai microfoni di SKY Sport rivela il desiderio di Diego Armando Maradona.

Oggi è facile cosa si sarebbe dovuto fare, questo poi lo stabilirà la magistratura. La verità è che fino a due anni fa a Dubai giocava a padel, a calcio 9 contro 9. Poi da quando è tornato in Argentina è cambiato.

Forse pensava di ritrovare affetto e calore che non avrà trovato. Secondo me era stanco di essere Maradona, non sopportava più questa corazza che si è portato addosso per 45 anni. Lo si è visto come un business, ma a Diego non ha pensato nessuno. L’altro giorno si è fermato il mondo, eppure ha avuto poco per quanto ha dato agli altri“.

Stefano Ceci su Maradona aggiunge: “L’ho sentito una settimana prima che lo ricoverassero. Io ero un punto di riferimento per lui. Voleva giocare a golf anche 20 ore, dormivo col walkie-talkie vicino perché mi chiamava per qualsiasi cosa.

A Dubai ero con lui 24 ore su 24. Quando c’era la fidanzata e venivano altre persone, la faceva alzare per dire che lì accanto a lui mi dovevo sedere io. Dopo che ci trovammo insieme da soli, disse ‘sono felice, sono napoletano’. Gli dissi che gli avremmo fatto una statua, lui mi disse di sì ma voleva che gli scrivessi ‘ricordatevi che anch’io sono napoletano’.

Se mi danno la possibilità, voglio fargli questo regalo. È un omaggio che voglio fare a Diego, parlerò con qualcuno a Napoli e vedremo se me lo faranno fare. Disse a De Magistris che è stato napoletano dal primo minuto in cui arrivò a Napoli. Stiamo lavorando da anni a un brand tutto suo, ma al di là di tutto è un omaggio. Dell’eredità ne lascio parlare agli interessati, io non mi sono mai schierato“.

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