Pellegrinaggio ai Quartieri Spagnoli al murale di Maradona. Arrivano miglia di tifosi e celebrità, da Adani a alla Roma.
[wp_ad_camp_1]Maradona e i quartieri Spagnoli, un binomio nato in maniera naturale. Il dio del Calcio qui viene celebrato con la deposizione di sciarpe, maglie, scarpe, ma anche bottiglie di vino listate a lutto, bigné, pizze nei loro cartoni e la scritta “10” tracciata sul pomodoro con la mozzarella. E soprattutto lettere d’amore di tifosi.
Il giornalista Donato Martucci, sul Corriere del mezzogiorno ha dedicato un focus al museo a cielo aperto nato ai quartieri spagnoli in onore di Maradona.
“C’è un altro luogo di culto della figura di Diego Armando Maradona a Napoli, dopo il piazzale antistante la Curva B dello stadio San Paolo. È nato anche questo spontaneamente. Individuato dagli stessi tifosi, da quanti amavano il fuoriclasse argentino. Si tratta del largo che ospita il murale che raffigura l’ex Pibe de Oro ai Quartieri Spagnoli, precisamente in via Emanuele De Deo. Dopo la morte del campione argentino il luogo è diventato un «altare della Patria», una sorta di «muro del pianto».
I tifosi hanno subito acceso dei ceri, hanno esposto maglie, sciarpe, immagini, tutto per celebrare il loro eroe: colui che ha contrassegnato una parte della loro vita. Lo hanno fatto in modo naturale. Per istinto sono usciti di casa subito dopo la notizia della scomparsa per trovare conforto negli occhi degli altri. Per condividere il dolore. Come se avessero perso una persona cara, di famiglia. Ognuno ha un proprio ricordo di Diego.
Anche la Roma ha omaggiato «l’altare» con la sciarpa giallorossa e la maglia di Totti. Oggi prima della sfida con il Napoli, una delegazione con Bruno Conti, andrà nella piazza del murale.
Si ricorda il più grande calciatore di tutti i tempi, ma anche l’uomo. Quanto da lui fatto per le persone indigenti, i bambini poveri della città.
Nella notte dopo la sfida di Europa League con il Rijeka, Mertens ha voluto omaggiare Diego deponendo un mazzo di fiori ai piedi del murale. E lì è rimasto alcuni minuti in preghiera. Ieri anche l’ex calciatore Lele Adani, ora commentare sportivo, da sempre cantore delle gesta di Diego, si è recato sul posto per salutare il suo idolo“.
IL MURALE DI MARADONA AI QUARTIERI SPAGNOLI
Quando Mario Filardi, scomparso nel 2010 a Zurigo, nel 1990 disegnò quel murale di Maradona ai quartieri spagnoli, dopo il secondo scudetto, ora diventato storico, mai avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe accaduto oggi. La figura di Diego con il tricolore al petto e lo sponsor storico di quegli anni sembra guardare la città. Quel disegno è stato realizzato da un grande tifoso che allora aveva 23 anni, basandosi su una piccola fotografia del Pibe de Oro. Mario era un cameriere che aveva girato il mondo per trovare lavoro. Si era reso autore di quell’affresco proprio per il grande amore che nutriva per il Napoli. Maradona in quella stagione segnò 16 gol in 28 partite, il più alto numero di reti siglate dall’asso argentino. Quel disegno d’amore è diventato ora il «tempio del dolore». E sarà ancora più un simbolo di napoletanità. Conclude Martucci.