Il grande filosofo e scrittore Napoletano Luciano De Crescenzo compie 89 anni. Dall’ Ibm alla filosofia senza mai dimenticare Napoli.
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Luciano De Crescenzo: l’uomo capace di raccontare l’anima di Napoli
Luciano De Crescenzo, nasce a Napoli e va a collocarsi subito in una famiglia numerosa e rumorosa come quelle che andavano di moda una volta, ricca di nonne, zii single, zie zitelle e numerose cameriere, alcune in pianta stabile ed altre che cambiavano continuamente perché sospettate di aver rubacchiato.
Per uno degli strani casi della vita, nel suo stesso palazzo abitava Carlo Pedersoli, l’attore che tutti conosciamo come Bud Spencer, di un anno più piccolo di lui.
La madre era nata nel 1883 ed a quarant’anni era ancora zitella; la gente per strada la salutava con rispetto, poi però le mormoravano dietro «Nisciuno ’a vuluta». Lei era già rassegnata allo zitellaggio, quando grazie all’opera di «’onna Amalia ’a Purpessa», di mestiere sensale di matrimonio, conobbe il papà di Luciano un uomo dagli occhi azzurri, ma dai capelli tutti bianchi tale da parere «’nu viecchio».
Il padre era una specie di burbero benefico che non aveva in alcuna simpatia le smancerie ed i vezzeggiamenti, severo al pari dei padri dell’inizio del secolo.
Quando dopo la guerra bisognò cominciare tutto daccapo egli esclamò: «Il guaio è che io sono troppo vecchio per ricominciare e tu troppo giovane per prendere il mio posto; forse avrei dovuto sposarmi prima». E così dicendo, strinse la mano del figlio, e restarono in silenzio per alcuni minuti.
E’ difficile parlare di Luciano De Crescenzo senza fare ricorso all’aneddotica fornita abbondantemente anche da lui stesso. Egli è soprattutto un umorista e sa cogliere sempre il lato buffo e positivo della vita.
Dall’ Ibm alla filosofia
De Crescenzo ha frequentato l’Università di Napoli, dove si è laureato in Ingegneria col massimo dei voti. Racconta di avere ascoltato come prima lezione Renato Caccioppoli, il grande matematico napoletano, di cui s’innamorò a prima vista (intellettualmente). Per stare un po’ con lui, lo andava a prendere a casa a piedi quasi tutti i giorni e lo riaccompagnava alla fine delle lezioni. Il suicidio di Caccioppoli (Napoli, 8 maggio 1959) fu uno dei grandi dolori della sua giovinezza.
Dopo la laurea, la IBM Italia lo assunse in qualità di rappresentante commerciale (la madre fu per anni dispiaciutissima che il figlio non fosse riuscito a entrare al Banco di Napoli). Vi rimase per diciotto anni raggiungendo la qualifica di direttore. Egli era il classico soggetto capace di vendere frigoriferi ai Poli. Usava una tecnica tutta personale. Sembrava che vendere fosse l’ultimo dei suoi problemi. Alcuni compravano soprattutto per avere ancora a che fare con lui.
La fama senza mai dimenticare Napoli
Finalmente venne il momento in cui Luciano ebbe il coraggio di lasciare l’IBM, tra la meraviglia di tutti i parenti, che lo ritenevano uscito di senno, e di seguire la sua inclinazione naturale verso il cinema, la televisione e l’attività di scrittore.Del suo passato di ingegnere all’IBM gli restarono, oltre alla liquidazione, quattro computer, per ricordo.
Nasce il grande filosofo e scrittore Napoletano Luciano De Crescenzo
Diventa una fabbrica di best-seller, regista, attore. Il primo successo in libreria è «Così parlò Bellavista», un caleidoscopio di fatti e personaggi napoletani, che in seguito diventò un grosso film di cassetta con le sue frasi divenute celebri: «Napoli è l’unica speranza che il mondo abbia di sopravvivere. Però che traffico…».
E’ riuscito a fare conoscere il pensiero dei più grandi filosofi greci (come Eraclito, nel libro “Panta Rei”) a gente che sarebbe passata alla larga da qualsiasi scaffale che esponesse libri di filosofia.
Attraverso la loro lettura ci si accorge che il napoletano è figlio e nipote della filosofia greca e degno rappresentante di essa nei tempi moderni, mentre Luciano De Crescenzo con i suoi dubbi e le sue certezze, ne è l’ultimo epigono ed il degno cantore.
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Luciano De Crescenzo compie 89 anni
Luciano De Crescenzo compie 89 anni nessuno lo ha ricordato, nei tg, sul web…tutti sembrano presi da altre cose: Barcellona, il var, il Napoli la Champions e i film in prima serata non raccontano del professor bellavista, di Saverio e Salvatore, di Cazzaniga o Rachilina. No! non c’è spazio per don Armando il vice sostituto portiere, o per il pensiero poetico. Stasera c’è spazio per Pieraccioni e il campionato.
“«Sopporta di essere danneggiato un poco dal tuo vicino». Questa frase può essere considerata l’undicesimo comandamento del popolo napoletano, se non altro perché ne esalta la principale virtù: la tolleranza. ”
AUGURI MAESTRO