Le IntervisteTutto Napoli

kOULIBALY: “L’amore di Napoli mi ha curato. Vi dico come sconfiggere il razzismo”

Koulibaly vuole subito lo scudetto con il Napoli. Secondo il difensore senegalese è arrivato il momento di sconfiggere qualsiasi forma di razzismo.




Il difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello sport, Koulibaly ha affrontato il tema razzismo e ha parlato delle ambizioni del Napoli dopo l’immeritata sconfitta in casa della Juventus.

NAPOLI E L’AUTORETE CONTRO LA JUVE

«Napoli non ti tollera, ti ama. Ne ho avuto testimonianza e ripetutamente, non solo nei momenti felici che ti regala il calcio ma anche nella quotidianità. Una delle giornate dure, quella dopo l’autorete con la Juventus, me l’ha addolcita la gente. Grazie a Napoli l’ho digerita molto in fretta. La Juventus è anche altro: il gol dell’1-0 del 22 aprile. Ho sentito vibrare Napoli in ogni angolo del Mondo».

Napoli le si apre con una telefonata di Benitez…. «E sapete come è andata: ciao, sono Rafa Benitez, e io mettevo giù, pensando fosse uno scherzo di un amico. E invece era proprio lui. Il primo incontro, mi lasciò senza parole: mise i bicchieri, undici, sul tavolo, e disse: noi giochiamo così, ci muoviamo così. Che matto!. Persona straordinaria, che ha creduto in me ed ha fatto di tutto per volermi qua. Gliene sarò grato per sempre».

KOULIBALY CONTRO IL RAZZISMO

«Il razzismo è una sfida che va vissuta insieme e, nel nostro caso, soprattutto attraverso le leggi. Il razzismo negli stadi va sconfitto ma per riuscirci, ancor prima che leggi dello Sport, serviranno quelle dello Stato, deterrenti che aiutino a frenare queste insane abitudini: si faccia come in Inghilterra, si proceda con le espulsioni, anche a vita se necessario, altrimenti rischieremo di essere prigionieri di minoranze che potrebbero moltiplicarsi».

A Roma e a Milano le è successo d’essere vittima di cori offensivi…

«E se la ferita dell’Olimpico si rimarginò quasi in fretta, perché ritenni che quel giorno fossimo in presenza di un caso, a San Siro rimasi stupito: perché Milano è città più cosmopolita, nell’immaginario la più europea delle metropoli italiane. Non riuscii a capire, in ognuno dei due casi, perché mai ci fosse quell’atteggiamento nei miei confronti. Come non riesco a farmene una ragione quando capita ad altri».

È razzismo anche dare dello zingaro a Mihajlovic, insultare Insigne, invocare il Vesuvio.

«E ne sono pienamente convinto, perché la discriminazione non riguarda solo il colore della pelle. A me fanno il verso della scimmia, a Mihajlovic – al quale dedico un pensiero personale – l’offesa riguarda le sue origini. Ed è grave, insopportabile.

Ho provato, a volte, con Insigne, a tranquillizzarlo: dài, passa. E invece ho sbagliato: passerà se ci opporremo, se ci saranno interventi seri.

Offendere Lorenzo, che è un patrimonio del calcio e non solo un nostro giocatore, che è uno dei talenti della Nazionale, significa voler offendere l’Italia stessa, avercela con il tuo vicino, con chi ti appartiene».

KOULIBALY E I BAMBINI

«I bambini capiscono il mondo meglio degli adulti. Si nasce puri e si diventa cattivi, quando entrano in scena pessimi maestri, in genere un papà o una mamma. A 3-4 anni si gioca tutti insieme, com’è successo a me. E’ dopo che muta lo scenario, perché si viene deviati, e non ne intuisco le ragioni. Ci sono atteggiamenti sbagliati, una educazione che spinge alla intolleranza: Seni gioca con me e con la sua tata alla stessa maniera; e a scuola anche, perché ci sono valori, quelli del rispetto, che devono essere inculcati dalla infanzia, affinché tra vent’anni si riesca ad essere migliori di quello che siamo adess

Kalidou e Ghoulam tra i ragazzi di Scampia…«Era da un po’ che avevamo questa idea e stavolta ci siamo riusciti, visitando l’istituto Elsa Morante. Sappiamo delle difficoltà del quartiere ma siamo anche convinti che esista un domani: abbiamo spiegato che i sogni si realizzano.

Io e Faouzi ci siamo riusciti. Ricordo quando ero giovane, non pensavo di poter diventare bravo, come dite che sono. La mia carriera è stata atipica, ma ho lavorato tanto su me stesso. Glielo abbiamo detto ai ragazzi: studiate e noi torneremo alla fine dell’anno per salutarvi e per complimentarci con voi».


KALIDOU IN CHAMPIONS RITROVA IL GENK

«Quella è casa mia. Ricordo ogni passaggio di quella esperienza, ho amici ovunque, sono stato sommerso dalle telefonate. Se m’avessero detto, nel 2012, che sarei arrivato nel Napoli, che avrei giocato la Champions, io avrei pensato che mi stessero prendendo in giro. Ho già detto alla società che mi serviranno cento magliette».

ANCELOTTI, DE LAURENTIIS, MARADONA E LO SCUDETTO

«Mi dicono che De Laurentiis ha rifiutato 100 milioni per me, ha fatto male…Ora sarebbe più ricco….Ma ha deciso così perché mi vuole bene».

Forse perché ne vale 150.… «Questa è buona…Il mercato è strano, è fatto così».

Gliene vuole anche Ancelotti. «Lei dice? Mah….Non leghiamo tanto» (risatona perché si capisca che è una battuta).

Maradona ha la sua maglietta… «Ma ci pensa, il più grande di tutti che dice quelle cose di me? Vuol dire, allora, che sono sulla buona strada, anche se il percorso è lungo. E sapere che abbia la 26 è orgoglio».

Chi vincerà lo scudetto? «Il Napoli. E lo scriva. Noi ci crediamo, la sconfitta di Torino non lascia tracce. E poi il campionato è appena cominciato».

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