Serie A

Juve plusvalenze, la difesa: “Inibizione per Agnelli e Nedved? Nulla di nuovo, già prosciolti”

Sul caso plusvalenze della Juve, la difesa risponde alla richiesta di inibizione per Agnelli e Nedved che non c’è nulla di nuovo e già hanno ricevuto un proscioglimento

La Juventus ha depositato la sua memoria difensiva alla Corte federale d’appello. Nella rievocazione, il procuratore Chiné ha chiesto 9 punti di penalizzazione ed anche l’inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per Agnelli, 12 mesi per Nedved, Galimberti e Arrivabene, 10 mesi e 20 giorni per Cherubini. Il club bianconero confida che la richiesta della Procura Figc di riaprire il procedimento sulle cosiddette plusvalenze, dopo il proscioglimento in primo e secondo grado della scorsa primavera, sia rigettata anche sulla base delle motivazioni contenute nelle pagine presentate nei giorni scorsi ai giudici. Ma cosa è contenuto in questa memoria? La Juve non fa filtrare indiscrezioni, ma la linea difensiva del club bianconero è già nota da tempo, come comunicato anche il 22 dicembre, quando venne resa pubblica la notizia della richiesta della Procura federale. “Nessun elemento nuovo, già prosciolti”: questa la parola dei legali bianconeri.

Il 22 dicembre la Juventus aveva espresso il suo parere sulla possibilità della riapertura del caso plusvalenze

Juventus Football Club S.p.A. (“Juventus” o la “Società”) comunica di aver ricevuto questa sera, unitamente ad altre 8 società di calcio italiane e relativi soggetti apicali all’epoca dei fatti, dalla Procura Federale presso la F.I.G.C. una “impugnazione per revocazione parziale, ex art. 63, del C.G.S., della decisione della Corte Federale di Appello, Sezioni Unite, n. 0089/CFA-2021-2022 del 27 maggio 2022, divenuta definitiva”.

Con la decisione impugnata la Corte Federale di Appello aveva rigettato il reclamo proposto dalla Procura Federale avverso la decisione del Tribunale Federale Nazionale che, a sua volta, aveva prosciolto Juventus e gli altri soggetti deferiti per insussistenza di qualsiasi illecito disciplinare in ordine alla valutazione degli effetti di taluni trasferimenti dei diritti alle prestazioni di calciatori sui bilanci e alla contabilizzazione di plusvalenze.

La Società potrà articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte Federale di Appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta”.