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Insigne ammette: “Che errore l’ammutinamento. Fantastico giocare a Napoli. Ad Ancelotti chiedevamo più pressione”

Lorenzo Insigne si racconta e lo fa attraverso il Corriere della Sera, il capitano del Napoli parla dell’ammutinamento, futuro, Ancelotti e Gattuso.

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La partita persa con l’Atalanta ha lasciato l’amaro in bocca a Lorenzo Insigne, capitano del Napoli che proprio non voleva perdere con i nerazzurri. Una partita sottotono, unita a due errori che hanno spalancato le porte alla vittoria dell’Atalanta, hanno però definitivamente compromesso la speranza di arrivare in Champions League. Al Corriere della Sera, Insigne dice:

Con l’Atalanta non una delle sue migliori partite? Sinceramente no, non è stata una prestazione all’altezza di tutta la squadra. Probabilmente abbiamo pagato un po’ di stanchezza. Quindici punti tra il Napoli e l’Atalanta sono troppi. La partita fino a un certo punto è stata equilibrata, la nostra qualità non è venuta fuori ma non abbiamo incontrato avversari irresistibili. Pagato l’inizio? Sì, è un grande rimpianto. Un peccato, soprattutto per quello che stiamo facendo adesso. Abbiamo fatto un recupero importante con Gattuso, ma resta l’amarezza.

Insigne e l’ammutinamento

Altro punto toccato da Lorenzo Insigne è quello dell’ammutinamento, quella famosa notte del 5 novembre è rimasta indelebile nel cuore dei tifosi, ma anche nella mente dei calciatori. Un gesto tutt’altro che esaltante che ha lasciato strascichi per tutta la stagione. Insigne ammette che quel gesto fu un errore.

Rifarebbe la stessa scelta? “Evidentemente no, ma adesso è anche inutile pensare a ciò che poteva essere e non è stato. Fu un errore, abbiamo pagato e per fortuna ci siamo ripresi.

Ancelotti, Gattuso ed il futuro

A portare a quella situazione, però, c’era anche già un clima di spogliatoio tutt’altro che idilliaco. Lo si capiva già allora, ma lo si comprende anche dalle parole pacate di Lorenzo Insigne che al Corriere della Sera dice:

Non sono nessuno per giudicare Ancelotti, allenatore che ha vinto tutto e soprattutto quasi ovunque. Il mister è abituato a grandi campioni, io gli dicevo sempre che noi avevamo bisogno di essere messi sotto pressione, anche bacchettati se era il caso. Mi rendo conto che la mia è un’autocritica: siamo professionisti, dovremmo camminare da soli, ma noi forse in quel momento avevamo necessità di sentire il fiato sul collo. 

Poi su Gattuso aggiunge:

Esige tantissimo e ci motiva ogni secondo. Con lui mi sono sentito al centro del progetto, mi ha attribuito responsabilità e fiducia e il rapporto è autentico, spero di ripagarlo.

Parlando del futuro, il capitano del Napoli chiarisce che non è sua intenzione lasciare il club ma tiene aperta questa eventualità:

Mai. Giocare nella propria città è il sogno di chiunque. Non dipende, certo, soltanto da me. Vediamo cosa dice De Laurentiis. Sono tranquillo, ho altri due anni di contratto. Non c’è un problema di questo tipo, se vuole sono qui. Tra noi c’è un confronto autentico e leale. Con qualche scontro, ma come è normale che sia.