In FIGC arriva una PEC dalla FIFA: l’Italia è nei guai | Andare al Mondiale 2026 ora è pura utopia
Gabriele Gravina presidente FIGC (LaPresse) Napolipiu
I Mondiali stanno cominciando a diventare un incubo per la nazionale italiana. Occhio a questi ultimi sviluppi.
L’Italia ha una storia straordinaria ai Mondiali, caratterizzata da successi memorabili e giocatori leggendari. La Nazionale azzurra ha conquistato quattro titoli iridati, nel 1934, 1938, 1982 e 2006, dimostrando costantemente una grande solidità difensiva e un’organizzazione tattica tra le migliori al mondo. Campioni come Paolo Rossi, Dino Zoff, Fabio Cannavaro e Francesco Totti hanno scritto pagine indimenticabili, rendendo l’Italia una delle nazionali più rispettate e temute nelle competizioni internazionali.
Oltre ai successi, l’Italia ha sempre avuto una presenza costante ai Mondiali, entrando nelle fasi finali con regolarità e affrontando le grandi squadre del calcio mondiale con coraggio e determinazione. Gli azzurri sono stati spesso sinonimo di equilibrio tra esperienza e talento, capaci di sorprendere anche nei momenti più difficili.
Tuttavia, negli ultimi anni il panorama è cambiato. L’Italia non si è qualificata né ai Mondiali 2018 in Russia né a quelli del 2022 in Qatar, un dato storico che ha suscitato grande delusione tra i tifosi e segnato una rottura rispetto al glorioso passato. Questa assenza dai grandi palcoscenici internazionali ha sollevato interrogativi sulla gestione del settore giovanile, sulla programmazione tecnica e sulla continuità delle idee tattiche.
Oggi il calcio italiano cerca di ritrovare la propria strada, puntando su nuove generazioni di talenti e su un ricambio che possa riportare la Nazionale ai fasti mondiali. La speranza è che, dopo anni di assenza, l’Italia possa tornare a competere ai massimi livelli e scrivere nuove pagine di gloria sul palcoscenico del Mondiale.
Tensioni internazionali
Il mondo del calcio segue con attenzione gli eventi a Gaza, che hanno creato un clima di incertezza tra le federazioni sportive. Episodi recenti, come quelli alla Vuelta, hanno dimostrato come lo sport possa diventare terreno di rivendicazioni politiche, attirando i riflettori anche sul calcio. In questo contesto, alcune associazioni hanno chiesto l’esclusione dei club israeliani e persino della nazionale dalle competizioni ufficiali, proprio mentre Israele si prepara a sfidare Norvegia e Italia nelle qualificazioni ai Mondiali 2026.
Nonostante le richieste, però, UEFA e FIFA non hanno adottato misure ufficiali. Le voci di sospensioni o esclusioni, rilanciate da alcuni media, non hanno trovato conferma negli organi competenti. Il media israeliano Ynet riferisce che non sarebbe prevista alcuna riunione del Comitato esecutivo UEFA sulla questione, smentendo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi.

L’occasione persa per l’Italia
L’esclusione di Israele, se fosse avvenuta, avrebbe rappresentato un vantaggio significativo per l’Italia, almeno per blindare il secondo posto nel girone, valevole per i playoff. Senza la sfida contro la squadra israeliana, gli azzurri avrebbero potuto concentrarsi sulle altre partite decisive, riducendo il rischio di sorprese e complicazioni nel percorso di qualificazione.
In questo scenario, la Nazionale avrebbe avuto maggiore tranquillità strategica, potendo gestire meglio risorse e infortuni. La mancata esclusione, invece, lascia invariata la pressione sulle prossime gare, rendendo ogni confronto fondamentale per consolidare la posizione nei playoff e mantenere viva la speranza di approdare ai Mondiali 2026.
