Gazzetta dello Sport: “Meret si riprende il posto Il portiere dei due scudetti non teme i ballottaggi”

Napoli-Lecce: Meret torna tra i pali, Conte studia nuovi cambi

La giostra dei portieri

Come scrive Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, la vita di Alex Meret al Napoli è sempre stata una continua altalena. Dal grave infortunio del 2018 al ballottaggio con Ospina, fino alla serata da eroe in Coppa Italia nell’Olimpico deserto. Poi, quando sembrava destinato allo Spezia, la svolta: due scudetti consecutivi, uno con Spalletti e l’altro con Conte. Una carriera segnata da sfide continue e da porte che si aprono e si chiudono all’improvviso.

L’arrivo di Milinkovic-Savic

Giordano sottolinea sulla Gazzetta dello Sport che l’arrivo in estate di Vanja Milinkovic-Savic, acquistato per 22 milioni, ha rimesso tutto in discussione. Un segnale chiaro: non si lascia un investimento simile a lungo in panchina. Così, dopo l’infortunio muscolare accusato da Meret a Firenze, il serbo ha avuto subito spazio, confermato anche nella trasferta di Manchester. Contro il Pisa, però, Conte ha scelto di ridare fiducia all’azzurro, in un’alternanza che sembra sempre più parte integrante del calcio moderno.

Mani, piedi e personalità

Come osserva ancora Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport, Meret si è adattato a tutte le correnti di pensiero sul ruolo del portiere: da chi lo vuole semplicemente pararigori a chi pretende anche qualità nella costruzione dal basso. Lui ha sempre mantenuto calma e concentrazione, affrontando duelli serrati con Ospina, Gollini e persino in Nazionale con Donnarumma. Ogni retropassaggio scatena il brusio del Maradona, ogni parata regala applausi scroscianti: emozioni contrastanti che hanno forgiato il suo carattere.

Un uomo d’altri tempi

Giordano ricorda sulla Gazzetta dello Sport che Meret ha già collezionato 214 presenze con la maglia azzurra, proiettandosi verso i grandi numeri dei mostri sacri del passato come Bugatti (261), Castellini (259) e Sentimenti II (235). Un percorso che lo rende oggi non solo un portiere maturo, ma anche un simbolo di resilienza e continuità. «Un uomo ed un portiere d’altri tempi», conclude Giordano, sottolineando come Alex Meret abbia trasformato il dualismo in una sfida costante, da cui spesso è uscito vincente.