Gattuso è stato un ripiego: Gravina se lo lascia sfuggire a Coverciano | Il CT pensa alle dimissioni
Gattuso - fonte lapresse - napolipiu.com
La scelta del commissario tecnico che doveva succedere a Luciano Spalletti è stato molto travagliata e piena di ripensamenti.
Le parole di Gabriele Gravina quando ha presentato Gennaro Gattuso come nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana erano state chiare. In conferenza stampa, il presidente della Figc aveva sottolineato il valore della scelta: «C’è il desiderio di realizzare qualcosa di grande per l’azzurro e per il nostro Paese. La Nazionale italiana ha bisogno di lui, che ha risposto senza esitazione alla nostra chiamata con lo stesso entusiasmo di quando giocava».
Gravina aveva chiarito che non si trattava soltanto di una scelta di cuore, ma di una decisione fondata su qualità ben precise. «Grande spirito di sacrificio, professionalità e preparazione», aveva spiegato, evidenziando l’approccio di Gattuso, che aveva da subito anteposto il “noi” all’“io”. L’idea era quella di trasmettere il messaggio che nessuno vince da solo e che al Mondiale ci si arriva soltanto come squadra, un concetto che aveva colpito lo stesso presidente.
Il numero uno della Figc aveva voluto ringraziare Gigi Buffon, riconoscendogli un ruolo determinante nella scelta. «Si tratta di una decisione condivisa, convinti delle qualità di Gattuso come uomo e come tecnico», aveva dichiarato, sottolineando come l’ex allenatore di Milan e Napoli conoscesse perfettamente la mentalità del calcio italiano e fosse abituato a gestire la pressione.
Gravina aveva ricordato i trascorsi di Gattuso già ai tempi della Lega Pro, quando aveva lavorato con i giovani del Pisa, dimostrando coraggio e senso di responsabilità. «Gli affidiamo con orgoglio la guida della Nazionale», aveva concluso, auspicando che riuscisse a riportare entusiasmo, identità e risultati, con il pieno sostegno della Federazione.
Le critiche
Aldo Serena, ex attaccante e oggi opinionista, aveva espresso perplessità sulla nomina di Gennaro Gattuso come commissario tecnico azzurro: «Non ha un curriculum di alto profilo». Parole misurate, ma dal peso significativo. A queste si erano aggiunte quelle, ancora più dure, di un altro ex milanista, Riccardo Montolivo, che non aveva nascosto la sua posizione: «Non gode della mia stima».
Le critiche nascevano da un concetto semplice: non c’erano alternative di spessore realmente disponibili per guidare la Nazionale. Il contratto di Gattuso, annuale con stipendio di 800 mila euro, prevedeva bonus in caso di qualificazione al Mondiale e un possibile rinnovo come premio sulla fiducia. Un accordo che confermava il carattere temporaneo e quasi emergenziale della scelta.

Una scelta di contingenza
L’eredità di Luciano Spalletti, esonerato dopo un epilogo amaro, aveva lasciato la Nazionale in una situazione delicata. Spalletti era stato costretto persino a presentarsi in conferenza stampa per annunciare il suo licenziamento e a guidare gli azzurri contro la Moldavia già da ex, un episodio senza precedenti. In questo scenario, la scelta di Gattuso appariva più come necessità che convinzione.
Serena, però, aveva riconosciuto almeno un aspetto positivo: «Gattuso non ha un curriculum di alto profilo, è la realtà. Però è un campione del mondo, ha volontà e so che si dedica anima e corpo». Un riconoscimento alla sua dedizione, sostenuta anche dalla presenza di Gigi Buffon, pronto a fare da scudo e a rafforzarne l’autorevolezza all’interno del gruppo azzurro.
