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Fabio Cannavaro: “insigne resti a Napoli. La Juve? lì capisci la differenza che c’è tra giocare e vincere”

Fabio Cannavaro consiglia a Lorenzo Insigne di restare a Napoli. L’allenatore del Guangzhou, parla anche della Juventus e di Sarri.




Fabio Cannavaro è alla sua seconda esperienza sulla panchina del Guangzhou Evergrande: la prima risale al 2015, quella in corso è cominciata all’inizio del 2018, quando in Cina è arrivato anche suo fratello Paolo, come collaboratore, peraltro fresco del patentino di allenatore, la cosiddetta qualifica Uefa A, che abilita ad allenare le formazioni giovanili e le squadre di calcio fino alla nostra serie C.

Paolo Cannavaro è il «minore» dei due fratelli, ma a differenza di Fabio è stato a lungo capitano del Napoli, nel quale ha giocato 278 partite (mentre il pallone d’oro ne ha collezionate 68), vinto un campionato (dalla B alla A) e una coppa Italia.

L’ex pallone d’Oro ha parlato al Corriere dello sport. Belle parole su Insigne e il Napoli, ma anche la juventus, Sarri e Ancelotti al centro dell’intervista.

FABIO CANNAVARO, INSIGNE E IL NAPOLI

«In Champions il Napoli non è mai riuscito ad avere un ruolo, ma è comprensibile, ed esserci arrivato è un risultato. In campionato, resta il rimpianto della stagione scorsa, quella in cui con Sarri lo scudetto è stato vicino, e non era semplice superare quella amarezza. Ma si poteva avvicinare un po’ alla Juventus».

ANCELOTTI UN FARO

«Ancelotti rimane un faro per me. L’eredità di una squadra che aveva fatto innamorare non poteva che essere complicata. Io non avrei cambiato il sistema di gioco, ma capisco che avendo acquistato alcuni calciatori con caratteristiche diverse e poi avendo perso Hamsik, sia stato indotto a intervenire. Ma la garanzia è lui».

IL CASO INSIGNE

«Il problema non è Insigne ma questa tendenza a cercare un capro espiatorio al primo risultato insoddisfacente. Qui vogliono vincere tutti e sempre e non si può, perché a trionfare è sempre uno solo. E’ il destino dei profeti in patria o di chi cerca di esserlo. E quando si perde, parte la caccia al colpevole, inevitabilmente individuato con il proprio concittadino».

COSA FAREBBE FABIO CANNAVARO AL POSTO DI INSIGNE

«Premessa: il mercato non lo fanno i giocatori, che a volte certe decisioni le subiscono. Ma io, fossi in Insigne, resterei e senza avere alcun dubbio: quella maglia, quella città, meritano di avere un simbolo. Lui sa che sarà dura, che basterà inciampare per riprovare certe sensazioni amarognole, ma ormai ci sarà abituato. È giovane, stia a casa sua, dove c’è anche chi gli vuole bene, e diventi il riferimento».

FABIO CANNAVARO SULLA JUVENTUS

«La Juventus è più avanti rispetto al Paese che la circonda. E’ vero, ha un budget, ma se lo è costruito nel tempo, attraverso una politica anche di investimenti, con i giovani della squadra B e poi con le donne. Fa le cose nella maniera appropriata e poi, quando sei lì, capisci quale sia la sua anima e quale la differenza tra giocare e vincere»



SARRI

«Ho un debole per Sarri. Vedi giocare la sua squadra, penso al suo Napoli, e rimani incantato. Ma a me piace, tanto per restare in un tema ampio, anche Ancelotti, il suo modo di inseguire il risultato attraverso fasi di gioco che trasmettono identità».