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ESCLUSIVA – Altomare sul match col Sassuolo: "Neroverdi pericolosi, Napoli spettacolare!"

L’ex centrocampista azzurro ha parlato con noi in esclusiva dell’incontro in programma sabato sera a Fuorigrotta

 

Abbattuta senza grossi patemi l’armata frusinate, per il Napoli è già tempo di pensare al prossimo impegno ufficiale. Il team di Sarri, infatti, sabato sera affronterà tra le mura amiche del “San Paolo” il Sassuolo, compagine organizzata ed estrosa che nel week end scorso ha battuto l’Inter a domicilio lasciando intravedere lampi di grande calcio.

Per parlare della sfida contro gli emiliani, abbiamo contattato Luca Altomare, ex centrocampista che per ben otto stagioni ha difeso i colori azzurri, diventando una napoletano vero nonostante la carta d’identità indichi altro. 

Come si può definire il Napoli di Frosinone? “Guardo tutte le partite dei partenopei, ma devo dire che in quella del ‘Matusa’ ho percepito grande personalità e voglia di giocare palla a terra fin dal fischio iniziale. I calciatori azzurri hanno grande voglia di cercare il pallone, e questo è un sintomo eloquente di grande convinzione”. 

Che insidie può presentare l’incontro col Sassuolo? “Le difficoltà sono sempre tante, soprattutto in un campionato equilibrato come il nostro. I neroverdi hanno un gran collettivo, già in grado di battere l’Inter a Milano. Per il sottoscritto, però, le insidie se le può creare solo il Napoli: se gli uomini di Sarri continuano a giocare in questo modo, non ce ne per nessuno!”.

Il calciatore più pericoloso a disposizione di Di Francesco? “Quello che mi piace degli emiliani è il collettivo. Vi è un giusto mix di giovani e giocatori esperti, plasmato in maniera maniacale dal tecnico abruzzese. Bisogna concedergli poco”.

Le squalifiche di Cannavaro e Berardi incideranno sulla prestazione dei sassolesi? “Sicuramente. Paolo è un difensore molto esperto, avrebbe voluto bel figurare davanti ai suoi ex tifosi. Siamo amici e conosco bene l’amore che prova per la sua città. Berardi, invece, è sinonimo di estro, velocità e scaltrezza: avrebbe creato molti grattacapi alla retroguardia partenopea”.

Oltre ad Higuain, chi è l’uomo chiave del Napoli? “Le statistiche dicono Jorginho: quanti palloni tocca? E che qualità! Quando ero a Terni e affrontammo il Verona di Mandorlini, capii subito che era destinato a indossare la maglia della Nazionale. E’ il mediano perfetto per il gioco di Sarri, ha grande personalità e convinzione nei propri mezzi”.

Il tuo ricordo più bello all’ombra del Vesuvio? “Sono davvero tanti. L’esordio in Serie A, la mia prima rete al ‘San Paolo’ contro l’Udinese, gli allenamenti con Maradona a Soccavo: sono fiero ed orgoglioso di aver fatto parte della storia di questo club”. 

Il tuo saluto al popolo napoletano? “Con i supporters partenopei ho un rapporto speciale. Sono arrivato nel capoluogo campano a quattordici anni, il distacco dalla mia famiglia è stato traumatico. Ma loro mi sono stati sempre vicini, mi sono entrati dentro. Ho sempre dato tutto per questa società e i suoi tifosi. Ringrazio tutti. E sempre ‘Forza Napoli’!”.

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