DRIN-DRIN, suona il citofono a casa Sinner: è la Guardia di Finanza | Le tasse lo stanno rovinando

Sinner

Sinner - fonte lapresse - napolipiu.com

Gli sportivi sono da sempre soggetti ai controlli più attenti della Guardia di Finanza visti gli ingenti guadagni.

I tennisti professionisti possono incorrere in una serie di problemi con la Finanza, che derivano soprattutto dalla complessità del loro status economico, fiscale e giuridico. Uno dei nodi principali riguarda la dichiarazione dei redditi prodotti all’estero: premi, sponsorizzazioni, bonus ricevuti da tornei internazionali devono essere opportunamente dichiarati in base alla residenza fiscale, ma i confini normativi possono essere sfumati, specie quando si sposta la residenza o si dividono attività tra paesi diversi.

Un secondo problema è la omessa o errata presentazione delle imposte dovute, comprensiva del corretto calcolo dei contributi, delle tasse sui proventi sportivi e delle imposte personali. Anche la gestione contabile dei guadagni – commissioni, agenti, sponsor – richiede attenzione, perché discrepanze o ritardi possono comportare avvisi di accertamento, multe, pignoramenti o indagini da parte della Guardia di Finanza.

La residenza fiscale rappresenta un elemento cruciale: se un atleta dichiara residenza in un paese ma passa gran parte del tempo in un altro, o se non documenta adeguatamente i cambi di residenza, può trovarsi soggetto a complicazioni relative al fisco locale. Le leggi internazionali, i trattati contro le doppie imposizioni, ma anche gli accordi specifici tra stati, devono essere rispettati per evitare contestazioni.

C’è l’aspetto reputazionale e legale: l’essere coinvolti in contenziosi fiscali comporta non solo sanzioni finanziarie, ma anche rischi di danni all’immagine, distrazione dall’attività sportiva, e in certi casi procedimenti penali. Questi elementi rendono fondamentale per i tennisti avvalersi di consulenza fiscale e legale solida, controlli interni accurati e trasparenza nella gestione economica.

La frecciatina di Fedez

Fedez ha acceso il dibattito con una barra dedicata a Jannik Sinner: “Purosangue italiano con l’accento di Adolf Hitler”. Una frase che ha fatto discutere e che il rapper ha spiegato come ironia sul fanatismo degli italiani verso il tennista. Ospite alla Zanzara, il cantante ha chiarito che non si trattava di un attacco personale, ma di un modo per sottolineare alcune contraddizioni legate all’idolatria sportiva.

Il riferimento, però, non si è fermato alla provocazione artistica. Fedez ha toccato un tema sensibile: la residenza monegasca di Sinner e quindi la questione fiscale. “Sinner è più ricco di me, vive a Monaco e paga meno tasse. Se potessi lo farei anch’io”, ha dichiarato, definendo “anti-italiano” il fatto di non versare contributi nel proprio Paese pur restando un simbolo nazionale.

Fedez
Fedez – fonte Instagram – napolipiu.com

Voci e possibili scenari

Queste parole rischiano di riaccendere un fronte già caldo: quello dei controlli fiscali sui grandi sportivi che scelgono residenze all’estero. Non è escluso che l’Italia, davanti al clamore mediatico, possa valutare con maggiore attenzione la posizione di Sinner, anche solo per chiarire eventuali zone d’ombra.

La frecciatina di Fedez, dunque, va oltre la semplice polemica musicale. Può trasformarsi in un caso politico e mediatico, alimentando voci su possibili provvedimenti o verifiche future. Intanto, il dibattito resta aperto: tra il diritto degli atleti a stabilire la propria residenza e le aspettative di un Paese che li celebra come eroi nazionali.