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De Zerbi come Maradona: “Chi decide non sa cosa significhi giocare”

L’appello di De Zerbi ai vertici del calcio mondiale

Roberto De Zerbi non ha peli sulla lingua quando si parla dei vertici del calcio mondiale. L’attuale allenatore del Marsiglia, intervenuto nella trasmissione “Dodicesimo in campo” su Seilatv, ha espresso il suo disappunto su chi prende le decisioni nel mondo del calcio, riprendendo una storica dichiarazione di Diego Armando Maradona.

La frase di Maradona a cui si riferisce De Zerbi risale ai tempi in cui il Pibe de Oro denunciava apertamente la gestione delle istituzioni calcistiche, accusando chi stava ai vertici di non conoscere veramente il sacrificio e il valore del gioco sul campo.

De Zerbi ha voluto richiamare proprio questa protesta: “Sono innamorato di questo sport anche se non mi piace che ai vertici ci siano persone che prendono decisioni senza sapere cosa significhi allenare o giocare. Lo diceva Maradona e aveva ragione“. Con queste parole, De Zerbi ha ribadito il messaggio del campione argentino, sottolineando l’importanza di dar voce a chi realmente vive il calcio.

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De Zerbi e la critica ai calendari congestionati

Il tecnico del Marsiglia ha anche toccato il tema dei calendari congestionati, una questione che preoccupa sempre più allenatori e giocatori per i numerosi infortuni che ne derivano. “Bisognerebbe parlare con i protagonisti prima di stilare i calendari”, ha continuato De Zerbi, puntando il dito contro FIFA e UEFA, accusate di non considerare abbastanza le opinioni di chi ogni giorno affronta la fatica e le sfide del campo.

Marsiglia, De Zerbi e il calcio di una volta

Nel corso dell’intervista, De Zerbi ha parlato anche della sua filosofia di calcio e di come sta portando avanti il progetto Marsiglia, attualmente terzo in classifica. “In estate sono stato corteggiato dai migliori club d’Europa, ma il calcio di una volta mi manca: c’erano le bandiere, le rivalità finivano in campo, non come oggi dove tutto si amplifica con i social”, ha dichiarato.

Secondo De Zerbi, l’evoluzione del calcio riflette il cambiamento della società stessa, dove la critica è diventata più feroce e diffusa, spesso senza una vera conoscenza dei fatti o delle persone coinvolte. Un richiamo nostalgico ai valori di un calcio che, secondo lui, era più genuino e umano.

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