Calcio Napoli

De Laurentiis: “15 milioni fans negli States e solo 54 maglie vendute: perciò lasciai Kappa”

Aurelio De Laurentiis racconta il motivo per cui lasciò Kappa: con 15 milioni di fans negli States solo 54 maglie vendute

Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, è uno dei protagonisti dell’evento che si sta svolgendo a Milano: ‘Merger & Acquisition Summit 2023’ Durante l’incontro il presidente ha dichiarato: “Calcio è impresa? Ho visto che c’era una malversazione da parte di grosse compagnie come Nike, Adidas, Puma le quali arrivavano e foraggiavano agenti e calciatori. Per cui era sempre una lotta al coltello. “Se vuoi venire nel Napoli devi distruggere il contratto che hai con questi signori altrimenti non puoi venire da noi”. Ad un certo punto io non ho avuto più la voglia di lavorare con Kappa e ho chiamato il mio amico Giorgio Armani e gli ho detto testuali parole: mi presti il tuo marchio se mi auto-produco il materiale?”

“Così abbiamo iniziato questa attività. Mia figlia appena laureata in psicologia si è interessata a questo. Bene, noi l’anno prossimo probabilmente triplicheremo il fabbricato di Robe di Kappa. Mi sono inquietato con loro perché ho sempre dato importanza ai numeri, se io ho 83 milioni di simpatizzanti in Occidente e 15 milioni negli Stati Uniti e Canada e loro mi vendevano 54 maglie in America, a me venivano le convulsioni“.

De Laurentiis esprime la sua opinione sui fondi di investimento

Sui fondi De Laurentiis ha poi proseguito: “Nella nostra Lega dà fastidio che le proprietà non sono presenti. Mica c’è sempre Scaroni con cultura imprenditoriale di razza, ci sono anche personaggi che non hanno attributi per nuotare nell’oceano perché hanno paura degli squali. Molti prendono 2,5 milioni di stipendio – da me non farebbero nemmeno l’usciere – e dicono: chi me lo fa fare? Se il fondo serve per un’azione finanziaria allora ci sono le banche”. 

A San Siro si vendono i biglietti ai tifosi tramite una piattaforma, la stessa cosa va fatta per i tifosi virtuali che sono ben più numerosi in Italia e all’estero. Ripeto ci sono 83 milioni di simpatizzanti, per una partita di cartello posso attrarre 30-40 milioni di biglietti virtuali con una fatturabilità esponenziale mai considerata prima. Dicevo agli altri, perché dobbiamo andare da Sky che loro cosa ci capiscono? Loro nascono col cinema non col calcio e poi sono giovani, tant’è che stanno chiudendo in Germania e stanno per chiudere in Italia. Il nostro ad mi ha detto di comprarla per un miliardo, ma sono mestieri diversi. C’è chi si dedica ai contenitori e ai contenuti, io mi occupo dei contenuti pur avendo sale cinematografiche e lo stadio”.

“Quando sento dire che un fondo può farmi lo stadio dico: no, lo faccio da solo lo stadio. Se deve dare redditività deve darla perché può lavorare tutti i giorni e non per le venti partite che si fanno. Governance? Siamo molto scarsi, ci mancano persone preparate per farlo che vanno scelte dopo aver fatto un programma. Che cosa voglio ottenere? Di licenziare i miei diritti ai miei tifosi nel mondo intero? Come lo faccio? Cosa incasso? 3-4 miliardi anziché 1,5? Bene, chi metto all’opera? Il presidente è appena arrivato e sta modificando lo statuto ma qui il problema grosso, e nessuno mai ne parla, è la pirateria”.

“Finalmente adesso sembrerebbe che a maggio esca questa nuova legge per combatterla. Avevamo 4,3 milioni di abbonati tra Sky e Mediaset, oggi con Dazn, Tim e Sky siamo appena a 1,9 milioni, ne abbiamo persi 2,4 per strada che in termini di fatturato è tanta roba. Come si recuperano? Mettendo un tappo. Altrimenti puoi chiamare tutti i manager e fondi ma poi senza trippa per gatti scappano. Qua nessuno è fesso…”. Ha concluso De Laurentiis.

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