Primo Piano

Cruciani attacca Troisi, da applausi la risposta di Cirillo.

Giuseppe Cruciani attacca Troisi nel corso di una delle ultime puntate di Tiki Taka. Il conduttore de “La Zanzara” ha ancora una volta mostrato il suo livore nei confronti dei napoletani. Da applausi la risposta di Cirillo.

NAPOLI. Il giornalista di Areanapoli.it, Luca Cirillo, ha risposto alle pessime affermazioni di Giuseppe Cruciani su Massimo Troisi e non solo.

La “sporca” ammissione di Giuseppe Cruciani 

 “Sono refrattario all’acqua, mi lavo poco”. La “sporca” ammissione di Giuseppe Cruciani (speaker radiofonico, dicono…) sulle sue abitudini igieniche da sola basterebbe a farsi un’idea sul “suo” personaggio. Non necessariamente negativa: questione di abitudini, di gusti o disgusti. Ormai in tv, in radio, sui siti, ovunque c’è di tutto… ovunque c’è il qualunque. Ovunque c’è il niente e il tutto in un unico afflato. Siamo nei giorni in cui va di moda l’agente provocatore dopo la clamorosa inchiesta giornalistica sul dramma italiano dei rifiuti condotta da Fanpage. E Cruciani potrebbe essere considerato tale: un (agente) provocatore, certamente, ma senza contenuti, con un solo metodo, ovvero l’atteggiamento altezzoso, offensivo, insensibile, che di volta in volta sceglie una crociata. Cruciani alle crociate, la versione scialba di Brancaleone. Una volta è il turno dei vegani, poi dei napoletani e così via.

Cruciani attacca Troisi

Un personaggio carnevalesco, insomma, con in testa una sorta di parrucca francese. O che forse, per restare in Francia, di una parrucca avrebbe bisogno per coprire quella naturale allergica allo shampoo. Nei tratti, non nei contenuti, somiglia molto a Stenterello: magro, sparuto, gracilissimo, di carnagione giallastra, insomma come colui “che pare cresciuto a stento”.  Mentre con Meo Patacca, suo compaesano, condivide l’attitudine alla rissa. Anche se poi, spesso, tutto si conclude con una epica ritirata. Di Gassman e Proietti, mirabili interpreti di Brancaleone da Norcia e di Meo Patacca, inutile dirlo, non ha nemmeno il resto di niente.

Ultimamente Cruciani si è anche tolto lo sfizio, il lusso, di mettere bocca su Massimo Troisi. Lui, ospite fisso (con la i) nel salotto di Tiki Taka, non ha gradito la celebrazione del grande genio napoletano in occasione del 65esimo anniversario della sua nascita. “E’ la terza volta che citate Troisi, perché?”. E Pardo lo ha subito fermato: “Lo celebriamo tutte le volte che vogliamo”. A quel punto il Patacca di questi infausti giorni, con una smorfia improntata al “chissenefrega”, ha fatto venire fuori tutto il suo pressappochismo. Beppe, romano, ha voluto fare l’irridente, ma “I prepotenti” è un film datato, del 1958, con immensi attori come Aldo Fabrizi e Nino Taranto che sublimarono l’antica “sfida” Napoli-Roma a suon di canzoni e ironia. A confronto, il suo pallore impallidisce. Crucià, arrenditi: ti sei circondato da solo! Va bene punzecchiare, ma l’istigazione continua e fine a se stessa, è solo inciviltà.

Massimo Troisi, di Cruciani non avrebbe mai parlato

Troisi, di Cruciani non avrebbe mai parlato (ed è dura mettere un mito assoluto e un personaggio così nella stessa frase), ma in un certo senso aveva previsto una tale deriva televisiva e in tal senso ci piace ricordare una considerazione di Massimo sulla tv che, come al solito, è illuminante: “La tv può essere intelligente? Certo, come no?! Tutto può essere intelligente, qualunque cosa può essere intelligente se non è già stupida di per sé. Ma siccome la tv non ha un cervello, ma ha delle persone dentro con un cervello, se ci metti persone con una grande testa, diventa intelligentissima. Se ci metti invece una persona stupida o che pensa di essere intelligente, ti rimanda quello che vedi”. Ma anche, qualche anno prima: “La televisione è la cosa che mi piace di meno […] nun me piace ‘a scatola. Stare in uno studio con le telecamere, mi dà l’idea di una cosa finta. Pure quando è in diretta, me pare ‘a cosa più registrata possibile”.

Robertino Cruciani

Chiaro, no? Cruciani è talmente entrato bene nel personaggio che fa fatica ad uscirne e ora ha talmente tante di quelle orchestre in testa, che anche Robertino (ci perdoni il grande Renato Scarpa) lo manderebbe a fanc… A Giuseppe consigliamo di andare dallo stesso barbiere di Mario, il personaggio di “Non ci resta che piangere” intrepretato da Troisi e consegnato alla storia: “Ma guarda, chisto comme m’ha cumbinato sti capilli. È stato capace e me… e m’è ruvina’ a me. È visto no? Cca, guarda cca… m’ha lasciato sta ciocca… Mo c’aggi’ ‘a turna’, m’aggia  fa taglia’ n’ata vota… negato. Cioè isso pe na sola cosa va bbuono, pô shampoo… ‘o shampoo è bravo, ‘o fa buono, va veloce… Sulo a taglia’, nun saccio chi c’ha miso ‘e forbice mmano”. In certi casi l’importante è lo shampoo. Che, in relazione a Cruciani, non è il famoso gruppo musicale napoletano (o[d]dìo, napoletano) che faceva il verso ai Bitles. Chissà se qualcuno si ricorderà di Cruciani quando spegnerà 65 candeline…

Luca Cirillo