Corriere dello Sport: “Napoli può cantare: «I campioni d’Italia siamo noi»”

Corriere dello Sport: “Napoli può cantare: «I campioni d’Italia siamo noi»”

NAPOLI – Sembrava un passante qualsiasi, uno dei tanti nei vicoli della città. Nessuno lo riconosceva, eppure c’era. Lo scudetto. È rimasto nascosto tra la gente per mesi, pronto a rivelarsi nella notte della gloria. Quella del quarto titolo del Napoli, che consegna alla storia un’altra pagina epica. Non solo un trionfo sportivo, ma la consacrazione di un’idea, di un progetto figlio di lavoro, programmazione e scelte coraggiose.
De Laurentiis, il visionario che ha riportato il Napoli in paradiso

Per Aurelio De Laurentiis, questa vittoria è una consacrazione. L’imprenditore romano raggiunge Corrado Ferlaino a quota tre scudetti, ma senza Maradona. Un traguardo che corona una gestione longeva, controversa a tratti, ma oggi vincente. De Laurentiis ha saputo ricostruire tutto dopo l’annus horribilis scorso, ha fatto autocritica, ha scelto il tecnico giusto e si è messo da parte. Stratega e dirigente moderno, ha lasciato parlare i fatti. E il Napoli ha risposto con una stagione da incorniciare, confermandosi come uno dei club più solidi e virtuosi d’Europa.
Il capolavoro di Antonio Conte

Ma il vero miracolo lo ha compiuto Antonio Conte. Per Pasquale Salvione del Corriere dello Sport, si tratta del «più grande capolavoro della sua carriera»: ha vinto con una squadra sfibrata, che aveva perso i suoi leader tecnici – Osimhen in estate e Kvara a metà stagione – e che sembrava aver smarrito l’identità. Conte ha preso i cocci, li ha ricomposti con forza, sacrificio e una leadership che ha travolto tutti. Ha cambiato moduli, idee, uomini. Ha trasformato il gruppo. Il Napoli ha ritrovato energia, gamba, mentalità. Il tutto sotto la sua guida, con allenamenti massacranti ma un’organizzazione perfetta in campo. Ha dominato il campionato e ha portato a casa il suo sesto scudetto da allenatore: il primo con il Napoli, il più difficile, il più bello. Il miracolo di Sant’Antonio.
McFratm: l’uomo simbolo dello scudetto

Il simbolo tecnico e emotivo del quarto tricolore si chiama Scott McTominay. Doveva arrivare Brescianini, ma il colpo saltò per le visite. Da lì, il diesse Giovanni Manna virò sullo scozzese con un’intuizione che si è rivelata devastante. McTominay, ribattezzato “McFratm”, è stato una furia: gol, assist, corsa, grinta, leadership. Ha firmato il gol più importante, nella notte più magica, regalando a Napoli un nuovo idolo e forse il titolo di Mvp della Serie A. È il segno di una società che sa scegliere, sa costruire. E sa vincere.
Il popolo in festa

Napoli ha iniziato la sua festa. Le strade, i balconi, il cuore della città vibrano come due anni fa, quando con Spalletti si toccò il cielo con un dito. Ma oggi è diverso. Oggi c’è la consapevolezza di un ciclo che può durare, di una squadra che ha saputo rinascere e reinventarsi. La gente canta: «I campioni dell’Italia siamo noi». E ha ragione. Perché lo scudetto del Napoli è il frutto del coraggio, della programmazione e dell’amore sconfinato per una maglia.

La favola azzurra è appena cominciata.