Conte in regia, Lobotka in campo: bentornati

corbo scontri Napoli

Più che nel gelo di Riyadh, la prima semifinale di Supercoppa si gioca alla lavagna. È una sfida tattica tra due maestri del calcio attendista, ma a spuntarla è Antonio Conte, che sfrutta una risorsa decisiva in più rispetto a Massimiliano Allegri: la vocazione naturale di Rasmus Hojlund ad attaccare la profondità. Come analizza Antonio Corbo su Repubblica Napoli, è proprio questo segmento tattico a fare la differenza in una gara dominata dal Napoli.

Il Milan, privo di Leao, parte in inferiorità strutturale. Il 3-5-3 disegnato da Allegri resta inespresso, condizionato da due finti attaccanti che vedono il gioco solo fino alla trequarti. Nkunku e Pulisic non danno profondità, il contropiede si spegne sul nascere e la squadra rossonera appare impigrita in difesa e calante sulle fasce. Al contrario, il Napoli non spreca l’azione fatale: il contemporaneo risveglio di Elmas e l’iniziativa di Hojlund danno senso a un pallone che sembrava perso, rifinito poi dal sinistro vincente di Neres. Una dinamica chiave, sottolineata ancora da Antonio Corbo su Repubblica Napoli, che fotografa il momento della svolta.

Il gol accende Neres, rimasto spettatore per quasi mezz’ora. Conte intuisce la mossa giusta, scollando Elmas e lo stesso Neres dalle linee laterali e avvicinandoli al “diabolico” biondone danese. Emblematico il gesto di Lukaku, al ritorno in panchina: festeggia mimando uno scontro frontale con Neres, quasi un arrivederci. Il vantaggio azzurro diventa evidente per due motivi: il Milan corre e pensa, ma non ha la punta di diamante per scardinare la granitica organizzazione difensiva disegnata da Conte. Un nuovo 3-4-3 elastico, con Di Lorenzo terzo a destra, Rrahmani tonico e un vibrante Juan Jesus. Come scrive Antonio Corbo per Repubblica Napoli, è un impianto che dà sicurezza e controllo.

La luce è Lobotka, tornato al comando della struttura. Sulle fasce Politano domina il duello con Estupiñán, mentre Spinazzola a sinistra ostruisce Saelemaekers. McTominay copre con ordine, completando il blocco difesa-centrocampo che protegge il vantaggio senza rinunciare all’iniziativa. Il Napoli, ritrovato nei suoi estri, non si ferma. Con un Hojlund così perforante e caparbio, tutto sembra possibile, fino a deprimere un Milan sempre più nervoso. La zuffa tra Tomori e McTominay rivela tensioni forti e sgradevoli, amplificate dal contesto saudita e dalla posta in palio.

Le mosse di Allegri raccontano la delusione. De Winter, in difficoltà contro Hojlund, e Saelemaekers vengono sostituiti da Fofana e Athekame. Anche Jashari viene ridimensionato dal ritorno in cattedra di Lobotka. Il contropiede nella ripresa non è mai del Milan: l’arguto Napoli, con Conte in regia, premia ancora Hojlund, pronto a raccogliere l’invito di Spinazzola e a firmare il 2-0. È il segnale definitivo della vittoria. Come conclude Antonio Corbo su Repubblica Napoli, il Napoli tornato Napoli merita la finale di Supercoppa 2025, dove lunedì affronterà la vincente di Bologna-Inter.