L’antico acquedotto del serino “Aqua Augusta”: Speleologi esplorano i dintorni di Pozzuoli per scoprire il tracciato dell’acquedotto Augusteo. Da tempo, studiosi, speleologi ed appassionati, cercano di esplorare l’antico acquedotto del serino “Aqua Augusta” e riportarlo alla luce. Dal 2010, con il supporto della Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e del parco regionale dei Campi Flegrei, sono in corso ricerche speleologiche dell’antico tracciato.
L’antico acquedotto del serino “Aqua Augusta”
Numerosi sono i tratti venuti alla luce, come quello parallelo alla Crypta neapolitana – la galleria che da Piedigrotta conduceva all’area di Fuorigrotta – il ramo laterale che riforniva le Terme antiche di Agnano, una conduttura di oltre 200 metri realizzata tra i territori di Bagnoli e Pozzuoli, lo speco al di sotto dell’anfiteatro Flavio di Pozzuoli, che corre lungo l’area archeologica di Baia e la galleria di Scalandrone.
Proprio in quest’ultima località, fu rinvenuta una importante iscrizione che ricorda l’inaugurazione – il 30 Dicembre d.C. – di un nuovo tratto sotterraneo. Solo ora però, è iniziata l’esplorazione di una galleria situata in una località nota come “La Pietra” a Pozzuoli. Già nota da tempo, ma mai esplorata, la cavità all’interno del banco tufaceo presenta un vero unicum per gli esploratori.
Acquedotto Augusteo
In tutta la Campania ci sono molti acquedotti di grandi dimensioni, ma certamente quello del Serino – noto anche come “Aqua Augusta” – risulta essere il più maestoso. Gran parte dell’opera – di una lunghezza complessiva di 105 Km – fu progettata e realizzata nel sottosuolo dell’odierna Campania che ancora ne custodisce i segreti.
Questo acquedotto, era l’unico in tutto il mondo romano a rifornire più città. Le differenti diramazioni infatti, alimentavano i bacini degli attuali territori di Acerra, Atella, Nola e forse anche Pompei. Il ramo principale poi, dopo aver “toccato” la città di Cuma, giungeva sino al porto militare di Puteoli, dedicato a Giulio Cesare, ed alla cosiddetta piscina Mirabilis di Miseno, una grande cisterna al servizio dei soldati della flotta imperiale.
Speleologi esplorano i dintorni di Pozzuoli
“Il tratto di acquedotto in questa posizione” – spiega lo speleologo Graziano Ferrari – “è veramente unico e molto importante per noi.
Ci fornisce informazioni rispetto al tracciato che era ignoto in questa zona. Conosciamo il suo percorso precedentemente verso l’area di Bagnoli ed immediatamente dopo verso Pozzuoli, ma qui era ancora sconosciuto.
Solo grazie a questa spedizione abbiamo avuto modo di esplorarne un consistente tratto e certamente continueremo in futuro”.
Scoprire il tracciato dell’acquedotto Augusteo
“Nei Campi Flegrei solo una piccola percentuale” continua Ferrari, “perché stiamo parlando di un tracciato stimato di 23 chilometri che attualmente conosciamo solo per 500 o 600 metri in tutto. Il resto infatti, corre nel sottosuolo e sino a questo momento è inesplorato.
La cosa interessante però, è che parlando con i residenti di queste zone, abbiamo avuto modo di venire a conoscenza di nuovi ingressi a loro noti e presto speriamo di poterli iniziare ad esplorare.
Dei 105 chilometri dell’acquedotto, noi oggi ne conosciamo forse appena uno. Riteniamo che lo studio di questa galleria possa consentirci di comprendere meglio come i romani adattarono, ad un territorio così complesso, una delle opere più complesse e maestose realizzate in oltre un millennio di storia”.
fonte: National geographic- soprintendenza per i beni archeologici di Napoli