Storia di Napoli

La storia del monte Echia noto come Pizzofalcone e le grotte platamonie

Ai piedi del monte Echia, noto tra i napoletani come Pizzofalcone, dal profilo della collina simile a quello di un rapace, si trovava tutta una serie di aperture, note come grotte platamonie.

IL MONTE ECHIA

Che siano stati i cumani, i rodii o i teleboi, sembrerebbe assodato che i primi coloni greci si siano stanziati tra l’isolotto di Megaride  dove sorge il Castel dell’Ovo, per intenderci, e il dirimpettaio monte Echia, la collina tufacea ormai inglobata negli edifici che tra il Settecento e il primo Novecento ridisegnarono l’area insieme alla colmata a mare che diede vita a via Partenope.

PIZZOFALCONE

Il monte Echia, noto tra i napoletani come Pizzofalcone, dal profilo della collina simile a quello di un rapace, ha restituito a partire dal 1949 un’enorme quantità di reperti dell’VIII e VI secolo a.C., grazie al ritrovamento, di una necropoli.

LA COLLINA DI PIZZOFALCONE , LUOGO STRATEGICO

Sappiamo quindi che la collina era abitata ed è ragionevole pensare che fosse proprio il luogo dove sorgeva Partenope. La collina di Pizzofalcone era  strategicamente favorevole: circondata per tre lati dal mare, con l’isolotto di Megaride come “avamposto”.La storia del monte Echia noto come Pizzofalcone e le grotte platamonie




GROTTE PLATAMONIE

Ai piedi del monte Echia, si trovava tutta una serie di aperture, note come grotte platamonie, cioè “scavate dal mare”. Stando a recenti studi si è scoperto che queste cavità furono sicuramente abitate già in epoca preistorica.

LA COLMATA A MARE DELL’OTTOCENTO

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, è stata realizzata una massiccia opera di riassetto della zona, con una colmata a mare che ha di fatto stravolto l’area, creando una nuova strada, via Partenope, sulla quale sono sorti alberghi di lusso e altri edifici che hanno nascosto per sempre il profilo del monte Echia, solo parzialmente individuabile se si percorre via Chiatamone (nome che deriva proprio dalla storpiatura di “platamon”).

CURIOSITÀ

In alcuni degli edifici addossati alle pendici della collina di Pizzofalcone, è ancora possibile avere un’idea di cosa dovevano essere le grotte.

Sbirciando all’interno di alcuni cortili potrete vedere degli enormi garage ricavati in cavità tufacee impressionanti per altezza e superficie. Ecco, quei garage sono ciò che resta delle grotte platamoni.