Lo sapevi che Napoli

‘A Testa, ò vaso e vasinicola: perchè a Napoli diciamo cosi?

‘A TESTA, ‘O VASO E… VASINICOLA

Di Gabriella Cundari

Leggenda

Una falsa leggenda, costruita sulla quinta novella del Decamerone di Boccaccio, racconta che Vasinicola si dice così perché una donna mise nel vaso la testa del suo amato Nicola che era stato ucciso e nel vaso nacque il basilico.

Certo apparentemente, i Napoletani sono strani: chiamano testa un vaso e vaso un bacio! Ma vi dimostrerò che la lingua napoletana è esatta e razionale.

‘A TESTA

Il termine testa deriva dal latino prima col significato di guscio (come quello dei mitili o della tartaruga), poi come contenitore solido per piante, cioè vaso di terracotta. In latino arrivò probabilmente dal greco kýstion, piccola vescica, o cisti, ma poi venne sostituito dal più dotto caput (da capĕre, col significato di estremità e quindi testa).
A Napoli, testa configura ancora oggi i vasi per i fiori (anticamente di terracotta). In Sicilia, invece, sull’origine dei Vasi detti “i mori”, a forma di teste di personaggi moreschi si racconta un’altra leggenda: c’è sempre una bella fanciulla che si innamora di un moro e per non lasciarlo andar via gli taglia la testa e la utilizza come vaso. Altri, invece, sostengono che i “mori” venivano messi ai balconi come dissuasori, ad indicare con quale ferocia venivano decapitati gli invasori e i nemici.

‘O VASO E… VASINICOLA


Vasare e vaso, invece, derivano dal tardo latino basare, baciare, con la consueta trasformazione della labiale “b” in “v” (come, ad es, basso: vascio)
Vasinicola, non deriva da vaso e Nicola non è colpevole; deriva da basilicum, a sua volta da basileum (basileum > basiliscum > basilicum > vasilicum fino a vasenicola), e significa pianta regale o da re. E per me è veramente regale.  Tutto chiaro???


P.S. Piacque tanto il vaso “moro” ai catanesi , ma milanesi di adozione Dolce e Gabbana, che gli dedicarono un’intera collezione.. Sud batte Nord per fantasia e inventiva, non c’è nulla da fare!