Il Grand hotel Vesuvio di Napoli compie 150 anni, era amato da Pablo Picasso Rinato dopo l’incendio nazista è tra le mete preferite di Bezos.
IL GRAND HOTEL VESUVIO DI NAPOLI
L’Hotel du Vésuve nacque nel 1882 assecondando i gusti della Belle Époque. Poi dopo i mutamenti imposti dalle due guerre mondiali, superò la crisi degli anni Cinquanta, la débacle degli anni Settanta e visse la lenta riconversione degli anni Ottanta, fino alla ripresa degli anni Novanta. Il Grande Albergo Vesuvio (il nome cambiò in epoca fascista) ha resistito, trasformandosi un po’ ogni volta.
Grand Hotel Vesuvio nasce dall’idea geniale del barone De Mesnil che, negli anni Settanta dell’Ottocento costruì per sé un palazzo lussuoso e, poco distante, un moderno stabilimento balneare termale. I Bagni del Chiatamone, con le vasche che prendevano acqua dal mare, ebbero un gran successo e il barone annunciò di voler costruire proprio a fianco il “Vesuve”, dando la gestione alla famiglia Fiorentino, albergatori di Sorrento.
Alla fine dell’800 Napoli ha un crescente numero di visitatori, che sono però alla ricerca di strutture come quelle già costruite a Spa, Vichy, BadenBaden… L’acqua sulfurea, i fanghi fatti arrivare da Casamicciola chiusi nelle botti e il mare non bastano. Ed è il barone Oscar de Mesnil — finanziatore belga innamorato della città — a intraprendere la realizzazione di un albergo sul lungomare, perfetto per soddisfare le richieste dei turisti che arrivano attratti dai Bagni del Chiatamone.
L’ingresso è su Santa Lucia ed è collegato al centro con il primo tram a cavalli. La struttura è gestita dai fratelli Fiorentino, albergatori di Sorrento. Gli interni sono in stile pompeiano e la vista sul Golfo è mozzafiato. Inizia di qui una storia che si evolve parallelamente alle esigenze di una clientela di rango. Nel 1906 e nel 1908 aprono il Santa Lucia e l’Excelsior, mentre i Fiorentino diventano proprietari dell’albergo dove nel 1917 arriva un giovane Pablo Picasso insieme con l’amico Jean Cocteau e dove nel 1921 prende commiato dal mondo Enrico Caruso: la sua salma verrà esposta nel giardino d’inverno dell’hotel.
Nel 1943 l’albergo, che era stato requisito e occupato dall’esercito tedesco, viene bom Il Grand hotel Vesuvio amato da Pablo Picasso E come la fenice rinato dopo l’incendio nazista bardato e incendiato dai nazisti in ritirata. Poi arrivano gli americani e i Fiorentino ripartono decisi a risalire la china: l’albergo riaprirà nel 1950 su progetto di Michele Platania. Con gli anni Cinquanta anche a Napoli arriva la Dolce vita e al Vesuvio alloggiano Rita Hayworth, Humphrey Bogart, Grace Kelly e il principe Ranieri di Monaco, capi di Stato ed emiri arabi.
Poi una flessione, in anni che vedono Napoli fuori dalla rotta del turismo e dagli interessi dei visitatori internazionali. Nel 1988 la famiglia Fiorentino vende la società alla Cegal Spa e l’avvocato Sergio Maione — oggi presidente della Grande albergo Vesuvio Spa — diviene ad dell’azienda alberghiera. Erede di una famiglia di industriali, punta a un recupero radicale dell’hotel sotto la direzione dell’architetto Luigi Casalini. Con il G7 Napoli torna sotto i riflettori internazionali e il Vesuvio si conferma luogo cruciale per rispondere alle esigenze di turisti straordinari. Ospita tre delegazioni — Stati Uniti, Francia e Italia — ed è l’inizio della storia di una nuova Napoli.
LA FINESTRA SUL GOLFO DI NAPOLI AMATA DALLE STAR
Il Grand Hotel Vesuvio ha ospitato una serie infinita di personaggi famosi.
Capi di Stato come Clinton, Mitterand, Berlusconi quando era presidente del Consiglio, i presidenti della Repubblica Francesco Cossiga, Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi. Il momento più emozionante della mia carriera è stato nel 1994, quando con il G7 ospitammo ben tre delegazioni e due capi di Stato. Avemmo a pranzo, sulla terrazza Caruso, i sette Grandi del mondo più Eltsin, per la prima volta la Federazione russa era presente.
Lucio Dalla è stato un cliente affezionatissimo, un gran signore, di grande spessore umano. Indimenticabile Luciano Pavarotti, assiduo cliente. Ecco la dedica del grande Luciano nel libro degli ospiti, datata 21 dicembre 1994:
“Caro hotel Vesuvio, che soggiorno meraviglioso mi hai offerto. Abbiamo vissuto un momento orribile, l’emergenza rifiuti degli anni Duemila, lo abbiamo pagato severamente per anni interi. I rifiuti erano solo a Napoli, gli stranieri erano scomparsi. Ora sono orgoglioso di ciò che il Vesuvio è diventato, un simbolo”.
Al grand Hotel vesuvio hanno soggiornato, anche: Claudia Schiffer, Jude Law, Ben Stiller, Bryan Ferry, Keanu Reeves, ma anche Rania di Giordania, Woody Allen, Giorgio Armani, Rita Levi Montalcini, Sophia Loren, Woody Allen, Jeff Bezos (il fondatore di Amazon) e George Soros, uno degli uomini più ricchi del mondo.
Questi nomi sono una parte di una lista lunghissima degli ospiti famosi di un albergo dove le opere di arte contemporanea intrecciano temi classici. Benvenuti nel cuore dell’ospitalità napoletana.