Il giornalista e scrittore Maurizio Zaccone, ha analizzato il momento del Napoli, dalla contestazione dei tifosi alla comunicazione
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L’ultimo lavoro di Maurizio Zaccone è: Sputtanapoli. La narrazione viziata di Napoli fra pregiudizi, bufale e luoghi comuni.
Il libro di Zaccone, è un viaggio nella narrazione viziata e stereotipata di Napoli attraverso articoli ed episodi di cronaca degli ultimi tempi raccontati dai media, con uno sguardo alla storia anche meno recente.
Ogni paragrafo è un’occasione per chiarire, bilanciare e rispondere a quella che spesso si rivela una cronaca falsata o esasperata della città. Non mancano approfondimenti specifici su secolari luoghi comuni e uno sguardo al passato per comprendere meglio il presente e le ragioni di questa malevole narrazione.
Zaccone, grande tifoso del Napoli, è intervenuto su Facebook in merito alla contestazione dei tifosi alla squadra azzurra:
Ci ho sperato, fino all’ultimo, che non ci fosse una reazione “di pancia” al criptico scenario che si è venuto a creare. Perché già quando le cose sembrano chiare, poi si scopre che chiare non sono.
Se poi lo scenario è confuso, ancor peggio.
Sì lo so che sembra tutto semplice: la società ordina il ritiro, tra l’altro con logiche e coerenti motivazioni, e i giocatori si rifiutano di adempiere al loro dovere.
1+1 fa 2 e quindi fischiamo questi bamboccioni strapagati e insegniamogli il rispetto per il lavoro.
E’ andata così? E’ questo il gruppo di ragazzi che tanto ci ha fatto sognare nel campo e non solo?
Ce lo vedete un Milik, un Callejon, un Llorente, dire: “mi dispiace ma il ritiro non mi va, me ne frego della società, torno a casa”? Un Lozano, Luperto o Meret disattendere le disposizioni perché il letto di casa è più comodo di quello di Castelvolturno? O perché disposti a compromettere la loro carriera e farsi nemica la piazza per sostenere il rinnovo contrattuale di qualche compagno di squadra?
Io, sinceramente, no. Lo so che è impopolare, ma non riesco a vederci così chiaro.
La protesta di ieri è stata un antipasto? Stasera che succederà?
Mentre questo giocattolo si sta scomponendo con la stampa nazionale che gongola daremo anche noi un contributo importante? Non me lo auguro; per niente”.
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Zaccone hai poi aggiunto: “Sia chiara però una cosa: qualunque cosa sia accaduta i giocatori non dovevano rifiutare il ritiro.
E’ fuori da ogni logica; ed è proprio per questo che appare naturale pensare che sia successo qualcosa di grave, importante. Non qualcosa che giustifichi, qualcosa che spieghi.
E ce lo dovevano spiegare, questa è la colpa più grande.
Perché è imperdonabile che ai tifosi non venga fornito uno straccio di spiegazione. Un puzzle con troppi pezzi mancanti che offre un quadro per forza di cose ipotetico, forzato.
E in questo scenario regaliamo alla piazza i gladiatori silenziati forzatamente dalla scelta societaria di non dialogare con la stampa.
Quando Quagliarella passò alla Juve non ci era dato capire, sapere, che alle spalle di quella scelta c’era uno stalker ricattatore e una società che forse si era fatta insospettire dalle dicerie.
Serviva una fervida fantasia per ipotizzare uno scenario del genere.
Ora, invece, l’unica cosa chiara è che non è chiaro niente.
Forse davvero qualcuno si è montato la testa e ha guidato l’ammutinamento; non possiamo escluderlo. O forse c’è dell’altro. Da tifoso posso solo reclamare, pretendere, un minimo di chiarezza. Una spiegazione.
Questi “responsabili della comunicazione” cosa ci stanno a fare se non comunicano? Delegano ai farlocchi vocali whatsapp che imperversano il ruolo chiarificatore?
Mi dicono che la squadra è con il Mister. Io mi auguro che stasera, in campo, la squadra ci dica che è anche con noi. Come noi siamo stati sempre con loro.
Io vado a tifare: che non vuol essere un “chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato”. Le risposte ci servono e ce le devono dare.
Ma la prima risposta deve arrivare dal campo. Poi tutto il resto.
Forza Napoli. Sempre“.